Editoriali

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Aveva ragione Angelo Longhi !!!

SAN SALVO | Su questa vicenda dei documenti non consegnati ai consiglieri di minoranza voglio fare un ragionamento articolato. E mi scuso in anticipo

se mi viene un po’ lungo.

Poniamo che nella primavera prossima Tiziana Magnacca perda le elezioni (NATURALMENTE E’ SOLO UN’ IPOTESI) e che da capo dell’opposizione, dopo qualche tempo, vada in Comune a chiedere a quei dipendenti comunali (con cui ha condiviso tante giornate nel corso della sua sindaca tura, con cui si dava amichevolmente del tu e che avevano anche organizzato riunioni elettorali per sostenere il candidato regionale del suo schieramento politico) dei documenti che le spettano di diritto in quanto consigliere comunale eletta. Di fronte ad un diniego che farebbe Tiziana Magnacca ? Chiamerebbe i carabinieri ? Convocherebbe una conferenza stampa ? Scriverebbe al prefetto o al procuratore della repubblica ? Questo non è dato saperlo, ma sicuramente avrebbe tanta amarezza, perché non si sarebbe aspettato che un dipendente che con lei SINDACO era stata così collaborante andasse addirittura contro le previsioni normative negandole dei documenti.

Questa ipotesi che ho disegnato per la Magnacca, in realtà è accaduta l’altro giorno all’ex sindaco Marchese, che ha deciso di chiamare i carabinieri, come la cronaca ha raccontato. Se anche non l’avesse fatto, egli se ne sarebbe andato a casa con tanta amarezza (la stessa che avrà la Magnacca se un domani le dovesse accadere una cosa simile). Badate: non è l’amarezza di chi, dopo aver tanto comandato, si sente trattato meno di un cittadino, perché – magari – al cittadino i diritti (di accesso agli atti) gli vengono riconosciuti ed al consigliere DI MINORANZA no. E’ altro e cerchiamo di capire cosa, andando ad esaminare come è possibile che un dipendente neghi dei documenti.

Nel comunicato del centrodestra (a difesa d’ufficio, come fu quello del centrosinistra a difesa d’ufficio dell’ ex comandante Paci, che amava definirsi “il comandante del sindaco”) si legge che la responsabile dei Servizi sociali stava in ferie quando Sannino ha presentato la richiesta per avere quel benedetto elenco. Nella lettera notificata allo stesso Sannino si parla, invece, di necessità di “fornire opportune precisazioni, vista la formulazione generica della richiesta”, quindi si imputa la non consegna dei documenti ad una richiesta confusa (in realtà essa è assolutamente chiara ed intellegibile). Allora viene spontanea la domanda: ma ste carte non le avete date perché eravate in ferie o perché non avete capito la richiesta (che in realtà è chiara ed intellegibile) ?

La mia risposta non è né l’una e nell’altra. Per me le carte non sono state date perché aveva ragione Angelo Longhi, quel vecchio dipendente comunale, socialista e rompicoglioni, che si era battuto contro gli on. li Artese e Mariotti allo stesso modo, perché contestava proprio questo: l’assoluta dipendenza dei suoi colleghi dal potere politico.

In realtà costoro non sono dipendenti del sindaco, ma dipendenti del Comune. Dal sindaco ricevono (o meglio, dovrebbero ricevere) solo gli indirizzi politici. Della gestione sono (dovrebbero essere) responsabili diretti e conoscere bene le leggi. Anzi, se qualche sindaco o assessore dovesse dire loro di “forzare” una norma, i dipendenti DEL COMUNE dovrebbero essere pronti a dire: “Guardi sindaco che la legge dice un’altra cosa !” ed avere la schiena dritta per mantenere la posizione.

Perché spesso non lo si fa ? Secondo Angelo Longhi, costoro prima dovevano portare obbligo a coloro che li avevano assunti in modo clientelare (la Dc) e poi a coloro che li avrebbero strapagati, in virtù della legge Bassanini (i comunisti ieri e la destra oggi). Sempre secondo il buon Longhi, i dipendenti (soprattutto i responsabili) non avrebbero autonomia di giudizio per doversi continuamente accreditare ai politici che danno loro gli incentivi economici (circa 7/800 euro in più sullo stipendio mensile, che proprio bruscolini non sono). Questa cosa Angelo la spiegò una sera a Gianni De Michelis (in una cena da Giancarlo Cilli). La mattina dopo l’ex ministro mi chiamò per ringraziarmi della conviviale e mi disse: “Sai che quel compagno ieri sera mi ha fatto riflettere sugli effetti della Bassanini a livello locale ?”, confessandomi che aveva potuto esaminare solo ciò che questa importante legge aveva determinato nella burocrazia ministeriale.

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Prima che si insediasse la Magnacca, noi – amici e compagni di Angelo Longhi – avevamo pensato che la politica del personale (sostanzialmente basata sugli incentivi economici della Bassanini) inaugurata da Mariotti e seguita poi da Marchese (e Magnacca) potesse avere un’inversione di rotta. Così non è stato e se sarà rieletto il sindaco uscente questa inversione non ci sarà visto, che lei ha praticamente legato con gli stessi dipendenti che da democristiani erano diventati comunisti e poi fascisti. Chi sa se un nuovo sindaco (con un’altra mentalità più moderna) voglia andare in Corso Garibaldi e farsi dire da Angelo Longhi (che ha tanti difetti, ma su questo aveva ragione) gli effetti psicologici, sociologici ed antropologici di questa norma su una generazione di dipendenti assunti negli anni ’80 in modo clientelare ?

Laddove questo non accada (e non accadrà) per la inversione della rotta (ovvero per avere dei funzionari che si sentano dipendenti comunali e non del SINDACO PRO TEMPORE) bisogna aspettare che maturi nella nuova generazione (mi vengono in mente Natascia Dell’ Osa, Marianna Pelliccia, Marco Gabriele, ecc…) la capacità di obbedire agli indirizzi politici del sindaco ed alla legge. E se la legge prevede che a un consigliere comunale le carte gli si danno, tornati dalle ferie gli si danno e gli si danno anche se le chiede per le vie brevi, perché ne ha diritto. Punto.

Ods

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