Editoriali

magnacca menna luciano

Ricapitolando, aspettando e comparando ...

SAN SALVO | Con la conferenza stampa odierna del Pd e delle altre due liste civiche sue alleate si ufficializza oggi la candidatura di Gennaro Luciano alla carica di sindaco, appunto, del Pd e delle altre due liste apparentate.

Al momento, dunque, tre sono i candidati sindaci certi: Tiziana Magnacca per l’ Amministrazione uscente di centrodestra (che dovrebbe anche lei avere tre liste a suo sostegno. Una lista promossa da Eugenio Spadano, nella quale saranno ancora candidati l’assessore uscente Giovanni Artese, Fabio Raspa, che pure da quel gruppo era uscito per entrare nel misto ed Antonio Castaldo, ex presidente della Commissione Affari sociali nell’ultima legislatura di centrosinistra). Un’ altra lista sarà Città Nuova, nella quale saranno ricandidati gli assessori uscenti Maria Travaglini ed Oliviero Faienza. E la terza, infine, dovrebbe essere quella con cui si ricandideranno il capogruppo Battista, il consigliere provinciale Marcello e l’assessore Lippis. Insomma la lista di Forza Italia, anche se potrebbe avere un simbolo civico). L’altro candidato sindaco è Osvaldo Menna, sostenuto da due (o tre) liste civiche. E’ (quasi) certa la non partecipazione del Movimento 5 Stelle con un suo candidato sindaco, come era accaduto 5 anni fa. A breve anche l’altro pezzo di centrosinistra (la cosiddetta triplice, composta da San Salvo democratica, Centristi per l’ Abruzzo e socialisti) dovrebbe ufficializzare candidato e candidati. E così quando il quadro politico sarà completo, si capirà che i candidati sindaci avranno naturalmente obiettivi elettorali diversi. Infatti, Tiziana Magnacca, di cui dovrebbe essere certo l’arrivo al ballottaggio, non fa mistero di puntare alla vittoria al primo turno. In tal caso, le spetteranno dieci consiglieri, mentre gli altri raggruppamenti dovranno dividersi i sei consiglieri della minoranza. Ma se il sindaco uscente non dovesse vincere al primo turno dovrà nuovamente fare il ballottaggio (quindici giorni dopo l’ 11 giugno, anche se non è ancora ufficiale questa data). Gli altri candidati sindaci di centro, di sinistra e civici avranno obiettivi diversi dal primo cittadino uscente, perché puntano appunto al ballottaggio contro la Magnacca. La quale cinque anni fa si scontrò con Domenico Di Stefano, che nello scontro a sinistra del primo turno era riuscito a battere l’on. Arnaldo Mariotti, candidato del Pd e due liste civiche, una delle quali promossa da Alfonso Di Toro ed Osvaldo Menna, che invece stavolta si è messo in proprio.

Se non ci dovesse essere il secondo turno ci sarà un solo vincitore. Se ci dovesse essere il ballottaggio, invece, i vincitori saranno due, almeno per gli ulteriori quindi giorni supplementari, sempre che il divario non sia eccessivo. Nel ’94 (che pure è stato evocato qualche giorno fa) Mariotti arrivò vicinissimo alla maggioranza assoluta e staccò la ballottante Clementina De Virgiliis di venti punti, che si ampliarono al secondo turno, perché in quel caso i candidati sindaci alternativi (Rinaldo Altieri, Luciano Ferrone e Lucia Anello) non si unirono. Laddove la Magnacca dovesse non vincere al primo turno, i candidati a lei contrapposti potrebbe pensare di apparentarsi al secondo per superarla (ove i rispettivi elettorali li dovessero seguire...). Ma l’ unità al secondo turno è possibile solo se la “comunicatività elettorale” dei candidati di estrazione di centrosinistra (benché divisi) non sarà eccessivamente competitiva, anche perché non sarebbero credibili se prima si dicessero male parole e poi si rimettessero insieme. Si capirà il taglio dei messaggi elettorali già dai toni che il Pd userà nella conferenza stampa di stamane, come pure dalla prossima in cui sarà comunicato l’ultimo tassello mancante al quadro politico del 2017, che somiglia (ma non è proprio identico) a quello del 2012.

Ods

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