Editoriali

lapenna cordisco boschetti

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare

VASTO – SAN SALVO: Luciano Lapenna ed Antonio Boschetti sono stati eletti rispettivamente segretari del Pd di Vasto e San Salvo. Il primo è certamente un leader, ma non l’unico a Vasto, dove la leadership politica la deve condividere

almeno con il sindaco Menna e con il presidente del Consiglio comunale Forte; il secondo, invece, del Pd San Salvo è il leader unico ed incontrastato, soprattutto dopo l’uscita dal partito dell’ex deputato Arnaldo Mariotti. Il primo è consigliere di maggioranza, mentre il secondo di minoranza. Lapenna, dunque, avrà più la funzione di mediatore e Boschetti più quella di “ricostruttore”. Le doti di mediazioni del vastese sono alquanto note, poiché già esercitate da sindaco, che è riuscito a portare a termine due legislature, con maggioranze composite e burrascose; le doti di “ricostruttore” del capo democratico sansalvese devono ancora essere dimostrate. Infatti a Vasto, per quanto l’ ultima vittoria sia stata di misura ed il  Pd sia molto contestato dalla destra e dal M5S, il centrosinistra è saldamente inserito nel tessuto della città, sia in termini elettorali (conservando la maggioranza relativa) che in termini sociali. A San Salvo, invece, il centrosinistra è divisisissimo e minoritario: alle ultime comunali complessivamente ha raccolto un misero 28% (che arriva al 33% solo coi voti “civici” di Osvaldo Menna), di cui la lista Pd ha solo il 12%, che diventano il 15% se ci si aggiungono i voti della lista del Mdp (a livello locale alleato del Partito  democratico, mentre a livello nazionale gli è fortemente avverso). Il compito di mediazione di Luciano Lapenna sarà più facile di quello di “ricostruttore” di Antonio Boschetti, poiché a Vasto la coalizione c’è, quindi l’ex sindaco dovrà parlare con soggetti con cui ha litigato e si è riappacificato decine di volte. Infatti, se è vero che la scelta di candidarsi a sindaco alle penultime elezioni di Peppino Forte indusse Lapenna a presentare le dimissioni da primo cittadino, è anche vero che poi la cosa è rientrata ed ora i due (per quanto storici “avversari” interni) si parlano e salutano. Dunque a Vasto almeno formalmente i rapporti umani ancora resistono tra esponenti del Pd e del centrosinistra. Nella vicina San Salvo, invece, tra esponenti “storici” del centrosinistra i rapporti umani sono molto “consumati” e quelli politici sono da veri avversari. La qual cosa ha determinato che:  una parte di questi esponenti (con il seguito elettorale) votasse alla Magnacca, un’ altra parte alla coalizione di Boschetti-Mariotti ed un’altra alla coalizione di Marchese-Di Stefano-Travaglini (rispettivamente il 28%, il 15% ed il 13%).

Con queste premesse, la politica del segretario Lapenna si presume orientata prevalentemente ad evitare le brutte figure in Consiglio comunale, che –come abbiamo visto- sono frequenti. Dovrebbe porsi anche l’obiettivo di ricucire con il gruppo del deputato di collegio Maria Amato, la quale ha disertato la sua elezione e l’ha motivato con una lettera che pubblichiamo in altra parte del giornale. Quale sarà, invece, la politica di Antonio Boschetti, che è già stato segretario – capogruppo della Dc, prima del cataclisma di Tangentopoli ? Allora riuscì a “fagocitare” tutte le anime democristiane (unendo alla sua, quella di Pascale, di Spadano, di Tomeo e finanche la Ciocca e Vitale Ciavatta) per isolare l’on. Artese e sfiduciare il sindaco Alfredo Bucciantonio. Dimostrò, in quella circostanza, di essere forte nel partito (non c’è dubbio), ma quell’operazione portò la sinistra (allora avversaria) in Comune per vent’anni. Alle ultime elezioni comunali sansalvesi la forte leadership di Boschetti (da cui non si è affrancato neanche Arnaldo Mariotti) ha ottenuto il riequilibrio a sinistra, tanto è vero che tra i candidati sindaci Gennaro Luciano ed Angelo Angelucci ci sono solo due punti di differenza, a spese di quest’ultimo. Cinque anni prima le coalizioni di Domenico Di Stefano e Fabio Travaglini avevano preso il 37%, mentre ora insieme hanno il 13%. Tuttavia il 24% perso da costoro non è andato alla coalizione boschettiana (passata dal 18% del 2012 al 15% di oggi), ma alla destra. Quindi il riequilibrio a sinistra c’è stato, ma in favore della Magnacca. Come pure nel ’93: la sfiducia boschettiana a Bucciantonio fu di fatto in favore di Mariotti, allora avversario. Il nuovo segretario del Pd sansalvese è intelligente e potente e dunque potrà anche fagocitare un’ altra ulteriore parte della sinistra, ma sarà un buon ricostruttore solo se recupererà i voti che sono andati alla destra. Per fare questo, a San Salvo bisognerebbe essere un buon mediatore, come lo è Luciano Lapenna. Di contro, a Vasto per tenere a bada i ribelli, bisognerebbe avere il pugno di ferro, come ce l’ha Boschetti. Molti vastesi di destra dicono ai noi sansalvesi:  “Scambiamoci i sindaci. Voi ci date Tiziana e noi vi diamo Francesco”. Forse è il caso che anche a sinistra si faccia uno scambio: “Lapenna segretario a San Salvo, dove c’è più bisogno di mediazione, e Boschetti segretario a Vasto, dove c’è più bisogno di pugno di ferro”. Ovviamente questo non sarà possibile ed i meccanismi compensativi dovrà metterli in atto il segretario provinciale Gianni Cordisco, un boschettiano dal volto umano, che speriamo che non sia come Gentiloni con Renzi e sappia farsi sentire quando c’è bisogno. Ad ogni buon conto, ai  tre segretari neo eletti: buon lavoro dalla nostra redazione.

                                                                                                                                                             Ods