Editoriali

tragedia rigopiano

Rigopiano: e’ il clientelismo il male assoluto !

Premessa. Le intercettazioni telefoniche fatte dai carabinieri forestali stanno facendo emergere come è stata gestita dalla Regione Abruzzo l’emergenza neve-terremoto dello scorso anno e che ha determinato i 29 morti di Rigopiano.

Il combinato disposto tra il “tutto deve passare per il Governatore D’ Alfonso” (che emerge dai discorsi al telefono dall’ex suo braccio destro Ruffini) e “la gestione clientelare degli spazzaneve” (che pure emerge dalle telefonate) ha determinato quel che tutti abbiamo visto in televisione. Vedremo se ci saranno anche rilievi penali: al momento né D’ Alfonso e né Ruffini sono indagati. Tuttavia, ciò che è successo l’anno scorso mi sollecita a fare una riflessione sul clientelismo politico.

Excursus storico. Il clientelismo è storicamente una pratica nata in età romana (il termine deriva dal latino clients), poi normata col vassallatico medioevale, attraverso cui il povero e debole chiedeva protezione al ricco e forte in cambio della fedeltà. Tale pratica nel Medioevo veniva attivata attraverso il rituale della congiunzione delle mani tra il signore ed il vassallo. Convenzionalmente il Medioevo finisce con la scoperta dell’ America (nel 1492). In realtà politicamente finisce con il riscatto del ceto borghese che fa la Rivoluzione francese tre secoli dopo (nel 1789). Con la Rivoluzione borghese i cittadini assumono uguali  diritti e quindi “non avrebbero” bisogno del favoritismo protezionistico. Il punto è che noi italiani quella rivoluzione non l’abbiamo mai stata fatta, tanto che la cosiddetta eversione della feudalità nel Regno di Napoli l’ ha firmata Giuseppe Napoleone durante la dominazione napoleonica, impegnata ad esportare sulla punta delle baionette francesi i principi della ricordata rivoluzione. Abolire ex lege una pratica che nel vissuto popolare è durata almeno un millennio non vuol dire averla abbandonata culturalmente, tanto è vero che il vassallatico (ovvero la protezione data dai potenti ai più deboli, che esiste in natura tra capo branco e gregario) è rimasta in voga…attraverso il clientelismo politico in epoca post unitaria ben coniugato al trasformismo giolittiano e nel secondo dopoguerra coniugato alla gestione del potere democristiano. Ometto di parlare del ventennio fascista, perché la politica mussoliniana aveva altri metodi ricerca e gestione del consenso. Invero, sia a Giolitti che alla Dc serviva fortemente il clientelismo politico: al primo per governare ed al secondo per tenere fuori dal Governo il Pci. Quest’ultimo il clientelismo lo combatte in diciotto regioni su venti, adoperandolo solo in Emilia ed in Toscana, ma con meccanismi peculiari legati alla gestione delle cooperative rosse. Negli anni ottanta del secolo scorso il clientelismo diventa pratica corrente anche dei partiti alleati della Dc (Psi, Pri, Psdi e Pli) e negli anni novanta gli stessi comunisti (diventati Pds/Ds) aprono i negozi delle clientele politiche. Nella seconda repubblica il clientelismo lo fanno tutti, anzi esso diventa pressoché  l’unico metodo per avere i voti. Oggi il clientelismo lo fanno tutti, meno i 5 Stelle, i quali col loro 30% circa  sono la dimostrazione vivente che si possono prendere i voti anche senza il classico “se mi voti, ti faccio il favore”.

Effetti pratici del clientelismo. Torniamo alla premessa. Se un governatore di una Regione (o anche un sindaco) è convinto che i voti per vincere e governare si prendono solo col clientelismo vorrà accentrare tutto su se stesso. Infatti, sapere chi ha bisogno dell’intervento della Pubblica amministrazione e cosa ha ricevuto da esso consente al governatore (o al sindaco) di poter far valere la concessione in campagna elettorale. Questo sarebbe alla base della dinamica psicopolitica con cui Luciano D’ Alfonso avrebbe voluto personalmente determinare dove mandare le ruspe e gli spazzaneve della Regione. Quindi non si pulisce la neve dove serve, ma dove fa comodo politicamente, elettoralmente, clientelarmente. E’ chiaro che, una volta introdotto questo meccanismo di gestione, tutti i collaboratori del capo (dirigenti ed assessori) applicano lo stesso criterio: la ruspa non va dove serve o dove ci sono delle vite umane in pericolo, ma dove c’è il sindaco amico o potenzialmente utile a livello elettorale. Per carità, non essendo io un giurista non so se tale dinamica psicopolitica è anche un reato penale: questo lo stabiliranno i magistrati in sede inquirente ed eventualmente giudicante. A me basta far capire da cosa è dipeso il modo di ragionare di Ruffini e dell’equipe dalfonsiana che ha gestito la neve l’anno scorso. Attenzione, non dico che in questi casi sia  possibile fare una gestione democratica dell’emergenza, tanto è vero che il post terremoto aquilano l’ha gestito praticamente da solo Berlusconi, ma la dinamica che ha presieduto le sue scelte politiche e di governo non sono state clientelari, piuttosto manageriali-imprenditoriali. Faccio un altro esempio: la gestione del genio militare post tragedia di Rigopiano è stata militare e non clientelare, perché il colonnello comandante non ha bisogno di voti, ma è abituato ad altre pratiche di risoluzioni delle emergenze.

Ultime considerazioni politiche. Il consigliere regionale Lorenzo Sospiri, in una intercettazione telefonica, aveva previsto che sarebbero successi dei morti. Forse il suo schieramento non avrebbe gestito la vicenda in modo iperclientelare, ma non c’è dubbio che anche il centrodestra (o buona parte di esso) basa la ricerca del consenso sui richiamati metodi. L’unica forza politica che – come detto – non (ancora) pratica il clientelismo per cercare ed ottenere i voti è il Movimento 5 Stelle, a cui personalmente non sono iscritto. Ma onestamente devo riconosce questo: molti voti esso lo ottiene,  proprio perché non mette (ancora) in atto quella pratica medioevale, che umilia il merito, fa fuggire i giovani, ci riporta indietro di secoli e secoli e, soprattutto, gestisce male (molto male !!!) le emergenze. Cari politici della mia generazione, nati come me nella prima repubblica e vissuti nella seconda, ora che (forse) siamo alla terza,  la vogliamo smettere di praticare il clientelismo, che è il male assoluto???

                                                                                                                                                                            Ods

Ps Con alcuni che taggo potrei fare un Chi c’è, c’è da Marisa sul tema: “E’ ancora conveniente fare il clientelismo ?”