Editoriali

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Civeta: come si arriva ad un esproprio politico – terza parte

CUPELLO | Qualche giorno fa avevo chiuso il mio secondo editoriale sul Civeta con questa chiosa: “Partendo da questo sbalorditivo comunicato, costruirò la terza parte di questo mio racconto, che pubblicherò a breve. Nel frattempo tutti quelli (di destra e di sinistra,

che ho citato in ordine di anzianità nel Civeta) sono formalmente invitati a dire se ho raccontato frottole: Saverio Di Giacomo, Tonino Prospero, Arnaldo Mariotti, Peppino Tagliente, Decoroso Boschetti, Gabriele Marchese, Angelo Pollutri, Luigi Sammartino, Massimo Sgrignuoli, Oreste Ciavatta, Rino Coladonato, Nicolino Ottaviano, Luciano Lapenna”.

Alcuni di loro: Saverio Di Giacomo, Peppino Tagliente, Gabriele Marchese e Luciano Lapenna hanno commentano l’editoriale, insieme a Giovanni Di Stefano. Decoroso Boschetti ha messo un like, evidentemente confermando la ricostruzione di una circostanza di cui era stato protagonista. Altri mi hanno scritto in privato. Hanno, invece, ritenuto di accogliere l’invito che avevo fatto a tutti di venire ad un Chi c’è, c’è per un confronto libero ed aperto: Cinzia Gabriele, consigliere comunale di Scerni, Tiziana Magnacca, Saverio Di Giacomo e Mimmo Budano, rispettivamente sindaci di San Salvo, Monteodorisio e Viallalfonsina e Gabriele Marchese ex sindaco di San Salvo. Tagliente, che si era detto a pronto partecipare, era purtroppo impegnato all’ Aquila. Comunque la trasmissione l’abbiamo registrata e ciò che è stato detto, peraltro senza fronzoli e trasversalmente condiviso, mi esime dal fare la terza parte, perché essa è stata onestamente scritta da coloro che la vicenda Civeta l’hanno vissuta dal di dentro, come componenti o presidenti dell’ Assemblea dei sindaci. Chi avrà la bontà di seguire i cinquanta minuti di generoso confronto sentirà che il dibattito si è chiuso con l’esigenza di fare qualcosa per porre fine alla fase commissariale, che è un esproprio di fatto del Consorzio, peraltro protrattasi oltre i termini tollerabili, sia sul piano politico che su quello normativo. E’ auspicabile che questa esigenza sia autorevolmente posta all’attenzione del territorio da parte del sindaco del Comune di San Salvo, che ha storicamente presieduto l’assemblea, anche nel periodo del commissario prefettizio Di Baldassare, che ha impedito che la presidenza andasse ad un altro Comune.

A Tiziana Magnacca, dunque, l’onere di trasformare la battaglia legale contro il commissariamento (pende davanti al Tar Abruzzo un ricorso dei sindaci di centrodestra) in battaglia politica di tutto il vastese…magari dopo il prossimo 4 di marzo. E se qualcuno si tirerà indietro, si applichi la regola della nostra trasmissione: Chi c’è, c’è. Ad Abruzzo vivo il doveroso riconoscimento per aver suonato la sveglia: l’ amministrazione Regionale non può trattarci più come la Provincia dell’ Impero.

                                                                                                                      Ods