Editoriali

atto aggiuntivo

Ora sì che il privato è pubblico

Nel '68 uno degli slogan era "il privato è pubblico". I giovani contestavano l' ipocrisia o la stessa discrasia tra il dire ed il fare. Allora, ben più di oggi, si predicava bene e razzolava male. Si faceva in privato il contrario di ciò che si diceva in pubblico. Vigeva praticamente

una doppia morale, generalizzata e diffusa, che i contestatori avevano individuato e volevano sconfiggere col privato reso pubblico. Ovvero: chi è coerente e non ha nulla da temere, quindi metta tutto in pubblico, direttamente, senza filtri. Ma quello slogan restò tale, perché il '68 fini col riflusso "ti sei salvato o sei entrato in banca pure tu? - Venditti" e si torno' alle vecchie abitudini. Ci avrebbe pensato, mezzo secolo dopo, internet a rendere pubblico il privato. Senza internet non sarebbe stato possibile pubblicare integralmente quelle porcherie costituite dai contratti di concessione tra Governo ed Autostrade, secretati manco fossero piani di guerra. Se anche un ministro dell' era predigitale avesse voluto pubblicare i contratti avrebbe al massimo potuto darli ai giornali, che ne avrebbero fatto dei sunti. Internet invece ha consentito che tutto fosse letto, perché la rete mette tutto a nudo, rende pubblico ogni cosa, rimanda al popolo, a volte al lubridio ciò che è privato. Se si considera che in molti casi sono le stesse persone a raccontare i cavoli propri sui social, si comprende che oramai il privato è sostanzialmente pubblico. E si comprende anche che non conviene più secretare i contratti; che è saltata la mediazione dei giornali e delle tv. Infatti chi gode di buona stampa non sempre vince le elezioni. Le quali invece vengono vinte da chi sa comunicare meglio. O da chi si presenta meglio. Sul ponte di Genova chi ha detto subito, senza infingimenti che il crollo era colpa dei gestori--manutentori di Autostrade ha raccolto applausi. Chi ha stentato è stato percepito come colluso. La comunicazione viene pretesa vera, diretta ed anche immediata. Quel che è successo a Genova è paradigmatico. L' ipocrisia non è ammessa. Con internet i discorsi non sono preparati, non vanno preparati. Ai politici si richiede sincerità.

Ods