Editoriali

giustizia

Continua l’odissea della famiglia Raimondi

TERMOLI | Continua a credere nella giustizia Romeo Raimondi di Palmoli, nonostante da un quarto di secolo stia vivendo una vera e propria odissea giudiziaria. Non certo come indagato o come persona che ha sbagliato, ma come onesto cittadino che si è messo in testa

di chiedere giustizia per degli abusi commessi quando fu rilasciata la licenza al centro commerciale alla “Fontana” (il noto centro commerciale) e non al vero richiedente. Non tutti sanno, infatti, che a presentare istanza alla Regione Molise per poter vendere la tabella merceologica VIII, al tempo, era stata la Coop. Srl Gim 86 e quindi a questa che andava rilasciata l’ autorizzazione. Gli uffici preposti fecero diversamente. I Raimondi (padre e figlio), commercianti anch’essi, denunciarono i fatti alla Procura di Campobasso (che aprì un fascicolo contro ignoti) e poi a quella dell’ Aquila e poi a Bari (che aprì ugualmente un fascicolo, ma se lo secretò). Ora Raimondi è arrivato a  denunciare i fatti e le omissioni (che ritiene perpetrate anche dalle stesse Procure, che hanno indagano, senza esiti) a  Lecce. Qualche anno fa si era rivolto al Movimento 5 Stelle, che aveva preso a cuore la sua vicenda presentando tre interpellanze: una alla Camera dei Deputati, una al Senato della Repubblica ed una al Comune di Termoli, per chiedere conto sia all’ allora Guardasigilli e sia al sindaco Sbrocca. Iniziative, queste, che finirono anche su Termolionline. Ora Raimondi chiede insistentemente alla stampa di parlare di questa sua odissea, probabilmente ritenendo che un eventuale clamore mediatico possa stimolare i magistrati ad occuparsene nel senso da lui stesso auspicato. Noi aderiamo a questa sua richiesta, poiché in democrazia gli affari di giustizia sono pubblici per definizione, anzi per Costituzione. La quale prevede il diritto di cronaca…giudiziaria. Ma sappiamo, pure che purtroppo la Giustizia non è di questo mondo.

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