Editoriali

distefano candidatoregionali

Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria

Prima dell' ultimo curvone della strada che dalla Marina porta a Vasto si scorge sul muraglione a lato un bel 6 x 3 con la scritta DI STEFANO PRESIDENTE. Laddove per Di Stefano si intende Fabrizio, ex senatore di Alleanza nazionale ed ex deputato di Forza Italia

e per presidente si intende candidato alla presidenza della Giunta regionale dell' Abruzzo. Siccome i leader dei partiti di centrodestra Berlusconi, Salvini e Meloni hanno deciso che il candidato presidente debba essere uno indicato da Fratelli d' Italia e, considerato che Di Stefano non è indicato né dalla Meloni e né da altri di centrodestra, significa che il buon Fabrizio non sarà il candidato del centrodestra. E dunque sarà sì candidato, ma per conto suo, cioè a capo di liste civiche. Al momento ne avrebbe due: una espressa dalla sua area "personale",ed una socialpangraziana (nel senso di Psi e Gianni Di Pangrazio. Candidandosi per suo conto, Di Stefano indebolisce il suo competitor espresso dal centrodestra, chiunque sarà. Ma questo, uno come lui, che è stato consigliere regionale, senatore , deputato e leader della destra abruzzese, non può non saperlo. Quindi Di Stefano si candida di proposito, proprio per far perdere il centrodestra. E perché uno come lui, formatosi nel Fronte della gioventù (il vivaio giovanile missino), vuole far perdere il centrodestra? Ma è chiaro: il 4 marzo scorso il centrodestra, o meglio Forza Italia a guida Pagano, lo ha estromesso dalle liste per il Parlamento. Cosa che ad uno come lui, con un piedigree destorso a 24 carati, è come uccidere i figli alla culla. Per cui ora Di Stefano ricambia la pugnalata ricevuta. Qualcuno dice e dirà: ma così facendo avvantaggia Legnini. Ebbene, Di Stefano ha dichiarato ai 4 venti che Legnini alza il livello della politica abruzzese. Quindi se l' ex vice presidente del Csm dovesse diventare governatore, per Di Stefano non fa niente. E forse non fa niente neanche se dovesse vincere la Marcozzi delle 5 Stelle. L' importante è che perda chi lo ha cacciato dal Parlamento: della serie, se tu mi fai un torto a queste elezioni, io te la faccio pagare alle successive, tanto si vota ogni anno. Ed a Di Stefano il torto alle elezioni precedenti devono averglielo fatto proprio grosso, se la sua reazione è così grossa. In politica, come nella fisica: AD OGNI AZIONE CORRISPONDE UNA REAZIONE, UGUALE E CONTRARIA.

Ods