Editoriali

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Il Pd fallisce per le pervasive politiche clientelari di marca Dc

Mimmo Bafile era segretario della federazione comunista di Chieti, quando alcuni di noi iniziarono a frequentare le sezioni, a scioperare, a modellare la nostra formazione umana sui valori e sulla partecipazione politica. Personalmente fui letteralmente catturato dal manifesto

di Marx ed iniziai ad occuparmi di politica, appunto, con un percorso non sempre lineare, ma comunque costante: dentro e fuori gli organismi, dentro e fuori le Istituzioni, da militante e da giornalista, ma comunque sempre leggendo, discutendo, studiando ed osservando le cose dei partiti e della società. Bafile pensa che col Pd è fallita l' esperienza basata sulle due esperienze storiche del dopoguerra italiano. Si riferisce all' esperienza dei cattolici e dei comunisti o, meglio, di quelle esperienze politiche organizzate nella Dc e nel Pci. Per la verità, io dissi subito che l' operazione innesto tra ex Dc ed ex Pci non avrebbe retto. Lo dissi per primo a Gabriele Marchese (che può confermarlo), perché mi restava difficile comprendere che i comunisti (per oltre 50 anni) antisistemici e, soprattutto, anticlientelari potessero stare nello stesso partito (non nella stessa coalizione) con i sistemici (per antonomasia) ed i costruttori della occupazione dello Stato attraverso il consenso politico ottenuto PREVALENTEMENTE col clientelismo elettorale. Spiego meglio: i comunisti che entravano in politica per "cambiare" la società, per introdurre metodi trasparenti, rispettosi e meritocratici come avrebbero fatto a stare nello stesso partito di chi era entrato in politica per comandare attraverso metodi clientelari? Non sono ingenuo e so che negli Enti bisogna avere uomini "allineati", ma una cosa sono gli uomini di appartenenza nella governance, altro è piazzare ovunque i propri uomini per chiedere voti ed incrementare il potere. n ragione di quanto appena detto, posso concludere, affermando che il gruppo dirigente del Pd è stato "contaminato" dai metodi clientelari e personalistici, che hanno sconfitto ogni minima propensione alla politica di lotta, di dibattito, di organizzazione associata (e non clientelare) delle rivendicazioni e delle istanze sociali. Cosa della quale la base si è accorta, passando armi e bagagli alle 5 Stelle che promettevano le stesse cose del Pci: legalità, onestà, lotta al clientelismo ed all' occupazione partitocratica. Ha proprio ragione Bafile: é fallito il PD. Quel che Mimmo non dice è che a farlo fallire è stata la democratizzazione dei vecchi compagni comunisti.

Ods

Commenti   

0 #2 Orazio Di Stefano 2018-12-06 20:30
Si, Fabio, si tratta di assistenzialismo. Ma non di clientelismo. Il clientelismo è quello che parte dal giolittismo liberale, attraversa il paternalismo fascista, ed arriva al dopoguerra, in cui la Dc lo adopera per costruire il consenso elettorale, poi contamina tutti i partiti di governo soprattutto al sud, creando notabili e non Politici e sfasciando i bilanci dello Stato, ha poi ridotto la passionalità ed il disinteresse del militante
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0 #1 fabio giangiacomo 2018-12-06 16:30
Scusa ma con i 5 stelle ( e il reddito di cittadinanza) non ha vinto l'assistenzialismo , fenomeno che al SUD è sempre servito come serbatoio di consensi per i partiti di governo dall'unità di Italia in poi Q?
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