Editoriali

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distefano orazio

Il buon senso degli estremi

San Salvo |  Nell’ambito dell’amabile chiacchierata on line (che è una vera e propria prova di coalizione) fatta ieri da Marchese, Monteferrante e Sannino, si è inserito anche Emilio Di Cola (storico esponente di Sel), che ha voluto

 

riprendere due righe de “Gli Algoritmi”, mio ultimo editoriale. La frase da me scritta in riferimento alla coalizione alternativa (che si fa profilando in questi giorni) ripresa da Di Cola è la seguente: “...ma sarebbe consigliabile che non vi fossero veti

 

da nessuno e verso nessuno, perché più si è e meglio è…". E’ ovvio che riprendendo questa frase tra le tante, Di Cola voglia dire che dentro la coalizione alternativa devono starci tutti e che soprattutto non si deve partire con i veti, cosa che oggettivamente lo candida a mediatore tra il Pd (di Luciano Gennaro) e coloro che ne sono usciti o sono da esso in dissenso (Ssd ed Ssa). 

Mediatore vuol dire anzitutto capire le ragioni di tutte le parti, favorire gli incontri, smussarne gli angoli spigolosi e soprattutto portare a casa il risultato senza escludere nessuno. A San Salvo hanno avuto funzioni di mediazione vari esponenti politici: nel secondo anno della legislatura ’86 – ’91 si è incaricato di mediare tra la Dc ed il Psi Armando Tomeo e si è arrivati alla Giunta Cardarella; più tardi, ovvero nell’ultimo triennio, invece, tra il Pci e la Lista civica Ramoscello d’Ulivo ha mediato Valentino Paganelli e si è arrivati alle Giunte Mariotti - Altieri; nel triennio successivo fu Eugenio Spadano (consigliere provinciale Dc) a tentare opera di mediazione tra il sindaco, il vice sindaco ed i giovani dissidenti. Nella scorsa legislatura, mostrò grandi capacità di mediazione Antonio Castaldo, che da presidente della Commissione Affari sociali riuscì a far firmare una relazione (che praticamente confermava le accuse del centrodestra) anche ai tre commissari della sinistra. Ovviamente quella relazione fu da lui condivisa con Tiziana Magnacca (che aveva ingaggiato la nota battaglia su Atlantide) e quando mi fu inviato in anteprima quel capolavoro di ingegneria politica (sottoscritto dal socialista Costantini e dal “neofascista” Castaldo, dai margheritini Bernava e D’Ascenzo e dall’ azzurro Lippis) scrissi: “gli allievi hanno superato il maestro”.

Ma se Tomeo, Paganelli e Spadano sono politicamente moderati e, quindi, è naturale per loro mediare, come è riuscita l’opera di mediazione, testé ricordata, ad Antonio Castaldo, che politicamente fa parte di un movimento-partito cosiddetto antagonista (di destra) ? E soprattutto potrà riuscire l’opera di mediazione ad Emilio Di Cola, che politicamente fa parte di un movimento-partito cosiddetto antagonista (di sinistra) ?

Conosco tanto Castaldo quanto Di Cola e so bene che, indipendentemente dalle loro rispettive appartenenze, si tratta in fondo di due uomini di buon senso, che ha consentito ad Antonio di portare a casa la relazione sopra ricordata, elemento unificante per la destra, che si godeva la divisione a sinistra. Il buon senso consentirà ad Emilio di far sedere attorno allo stesso tavolo Pd, Ssd ed Ssa per quel Progetto di città, che ha appena lanciato Marchese. E se non sarebbe giusto che quest’ultimo decidesse chi deve partecipare (“perché più si è e meglio è”), non sarebbe neanche giusto che qualche interlocutore non partecipasse solo perché la proposta è venuta dall’ex sindaco. La prima regola da scongiurare in una federazione è la bocciatura di una idea solo perché viene da un confederato piuttosto che da un altro. Ma questo Di Cola lo sa bene, perché fa il sindacalista e sa mediare in azienda. Quindi saprà fare anche il mediatore politico, riuscendo a far sedere attorno allo stesso tavolo: Pd, Psi, Sannino, Sel, Ssa, Ssd e Fabio Travaglini e non solo… perché “mai dire mai”.

Ods