Editoriali

targa mario

E' la famiglia l'elemento solido della società liquida

La società liquida, che noi viviamo in questa nostra modernità, dissolve tutto in gran fretta e rende tutto mutevole: il lavoro (non esiste più il posto fisso a vita), la militanza politica (i partiti vengono cambiati ad ogni elezione), la coppia (le storie durano poco

e i partner si cambiano spesso e volentieri), le Istituzioni finanziarie (falliscono banche che esistono da secoli, rovinando la reputazione dei manager), piccoli paesi secolari (il cui inesorabile spopolamento li farà scomparire fra una trentina d' anni), le Istituzioni religiose (con la crisi delle vocazioni e le dimissioni del Vicario di Cristo). Eppure in questa moderna precarietà lavorativa, politica, di coppia, finanziaria, comunitaria e religiosa c'è ancora qualcosa di solido, che esiste e resiste: la famiglia.     

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 Ho partecipato ed osservato il 16 ed il 19 gennaio una nota famiglia sansalvese (all' anagrafe Ialacci, al secolo Ialacceria) riunita per riproporre in giro per la città i canti della tradizione agropastorale del Sant'Antonio e del Santo Sebastiano. L' han fatto attingendo all' archivio della memoria, cioè cantando i testi originali e non rivisitati. Cosa volutamente precisata dal settantacinquenne Mario, che ha detto: questi sono i canti dei nostri antenati. Si riferiva con tutta evidenza alla generazione precedente, scomparsa per i quattro sesti ed a quella precedente ancora, cioè a quella di suo nonno. E questa sua precisazione veniva fatta davanti a smartphone e telecamere, ma soprattutto davanti ai suoi nipoti, figli della figlia Anna. Praticamente dal nonno di Mario alla figlia di sua figlia ci sono cinque generazioni e c' è soprattutto il passaggio dalla società semplice (contadina) a quella liquida (di oggi), con in mezzo la società industriale, vissuta da Mario e dai suoi coetanei, i cosiddetti metalmezzadri. Da fine ottocento (in cui è nato il nonno di Mario) al 2015 (in cui è nata la sua nipotina) sono passati almeno centoventi anni ed è cambiato tutto. San Salvo ha decuplicato i suoi abitanti, ha diffuso il suo benessere, vive di terziario e non più di agricoltura, ha sconfitto l' analfabetismo, ha raggiunto l' uguaglianza di genere (il sindaco è una donna), eppure non sono cambiate le canzoni della Ialacceria. Questo perché il processo di socializzazione primaria da parte della famiglia è naturale, cioè di sangue. Esso non muta con le bizze della società in perenne trasformazione, ma si basa su legami, che generano affetto a prescindere dalla cultura e dagli alti e bassi interpersonali del momento. Insegnare il Sant' Antonio ai figli dei figli per costoro è un modo per rispettare chi li ha preceduti e sentirsi utili a chi li seguirà. Le agenzie di socializzazione possono essere molteplici e cambiare con leggi e tecnologie, ma non potranno mai far soccombere la prima agenzia che è la famiglia, per il legame di natura stabilito dalle leggi di conservazione della specie. Per questo motivo moglie e marito si possono separare, ma genitori e figli e nonni e nipoti no. Il loro legame resta a vita, anzi va oltre la vita, rimanendo l' unico indissolubile anche nella liquidità ed estemporaneita' di oggi. E non è casuale che Marco Cicconetti, rappresentante della famiglia che unitariamente gestisce il lascito del padre Mario (La Casina delle Rose), abbia voluto consegnare una targa a Mario Ialacci in occasione del canto dedicato a San Sebastiano. È il riconoscimento di una famiglia ad un' altra per il reciproco impegno di continuare ad "onorare" ciò che hanno ricevuto dai padri e che sono orgogliosi di trasmettere ai figli.

Ods

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video targaLa consegna della targa alla Ialacceria (clicca qui per vedere)