Editoriali

sansalvo manoarmata

La vita non è un film, ma la città è a mano armata

Ieri sera ero in viaggio. E dopo un quarto d' ora dalla rapina a mano armata al Centro commerciale Insieme mi ha chiamato un amico per informarmi dell' accaduto. Istintivamente, ho pensato ai film anni settanta sulle città a mano armata. Allora, non avremmo certo previsto

che ciò che stava accadendo a Milano, Roma e Napoli dopo quarant' anni sarebbe "arrivato" anche nella nostra piccola realtà. Ma tant'è. E poiché ieri ad Insieme non hanno registrato un film con Tomas Milian (che peraltro é morto), oggi saremo tutti a parlare della scena del crimine: i sindaci Magnacca e Menna faranno comunicati di plauso alle forze dell' ordine; la opposizione di sinistra di San Salvo farà un comunicato contro la Magnacca e l' opposizione di destra di Vasto farà un comunicato (simile) contro Menna; siccome domenica si vota alla Regione, i candidati (tutti) diranno che una volta eletti daranno priorità alla sicurezza; la povera gente, impaurita, voterà Salvini, perché, vestito da poliziotto, fa la voce grossa contro il crimine. Ma tutte queste reazioni non sono altro che manifestazioni di impotenza o di non competenza di ciascuno dei "reagenti". Del resto: cosa può fare un sindaco se non applaudire la polizia? ; cosa può fare l' opposizione se non dire male al sindaco?; cosa può un candidato regionale se non assumere generico impegno? ; Salvini cosa può fare se non continuare a fare ciò che gli porta voti? La verità è che i sindaci non hanno competenze sulla sicurezza, se non eventualmente con agenti della Polizia locale, che però non gli fanno assumere. Men che meno hanno competenze le Regioni. Lo stesso Salvini che può fare coi chiari di luna sui bilanci? Può mandarci qualche poliziotto in più, ma dove li recupera? Alle scorte che lo stesso capo della polizia ha definito troppe e che se le provano a ridurre si finisce il mondo? E allora chi può contro il crimine ? La Giustizia? Ammesso che la polizia arresti subito i rapinatori e che i giudici li condannino altrettanto subito, quando tempo staranno dentro? E ancora... saranno rieducati, come dice la Costituzione ? O quando usciranno ricominceranno a delinquere, dopo aver oltretutto "imparato" qualcosa di più in carcere?
In una società complessa, il crimine nasce da fenomeni sociali, è un effetto cofattoriale del disagio culturale delle periferie degradate e può essere ridotto (non battuto) se i sindaci e le scuole combattono il degrado sociale nelle comunità, se le Regioni finanziano le lotte al degrado dei Comuni, se il Governo ha la forza politiche e le risorse economiche per mettere uomini su strada e toglierli dove non servono, se il Parlamento dota la magistratura di leggi più efficaci contro il crimine. Insomma, la risposta è sistemica, ma oggi è molto probabile che, come nei film della nostra adolescenza, ciascuno prenderà parte di uno degli attori (sociali): ovviamente l' attore più seguito è l' attuale ministro degli Interni, che almeno fa la voce grossa. Tuttavua, come si è visto ieri ad Insieme, anche in presenza di un ministro di polizia duro ed incazzato le rapine non si arrestano, anzi addirittura ora le fanno con armi e spranghe. L' unica cosa vera che possiamo fare è prendere atto che la vita reale non è un poliziesco anni ' 70...anche se le nostre città sono diventate "a mano armata".

Ods

©RIPRODUZIONE RISERVATA