Editoriali

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Paolucci boys e Moro boys ieri sera all'Annecchia

Hanno scelto l' Annecchia (il noto Ristorante fresano presente sulla Guida delle osterie 2019) i sostenitori dell' ex assessore regionale Silvio Paolucci per la prima conviviale post elettorale, svoltasi ieri sera. È probabile che il rassemblement si sia svolto all' Annecchia

per volontà del sindaco di Fresagrandinaria Giovanni Di Stefano e non certo di Slow Food, che pure gestisce la predetta Guida delle osterie, ma a Vasto è coordinata da Maria Amato, non proprio amica di Paolucci. Al centro della lunga tavolata erano ovviamente assisi, uno di fronte all' altro, i leader provinciali della potente corrente democratica, Paolucci e Boschetti, con accanto i sindaci di Vasto, Fresagrandinaria e Carpineto, gli assessori Bosco e Della Penna, i consiglieri Marino Artese, Giovanni Mariotti e Gennaro Luciano, il presidente della Cerella, Angelo Pollutri, e della Sasi, Gianfranco Basterebbe, eminenza grigia di Giovanni Legnini nell' ultima campagna elettorale. Avvistato anche il segretario provinciale Gianni Cordisco, che però non si è seduto tra i commensali, di cui abbiamo elencato solo i più noti. Siamo in grado di riferire che il menù deliziosamente degustato dai Paolucci boys è stato quello topico: ventricina, tacconelle, costatelle di maiale ed agnello con amabili patate al forno, il tutto accompagnato da Montepulciano locale. Non siamo, tuttavia, in grado di riferire se si sia parlato delle imminenti elezioni provinciali (in cui voteranno i consiglieri comunali), delle imminenti scadenze elettorali (che attendono le loro roccaforti Fresagrandinaria e Carpineto), del congresso nazionale Pd (in cui Paolucci appoggia Martina) o se si sia programmata la nuova fase politica, che costoro dovranno gestire non da uomini di governo, ma d'opposizione. Casualmente all' Annecchia, insieme ai Paolucci boys, si so' trovati anche i Moro boys (ossia i sindaci di Palmoli, Tufillo e Dogliola, che hanno votato e fatto votare Carlo Moro e non Silvio Paolucci), reduci questi ultimi da un evento culturale, di cui riferiamo a parte. Per quanto competitor interni al centrosinistra, le due componenti si sono educatamente salutati, senza freddezza, pur consapevoli che ad unirli era solo il menù...e Giovanni Legnini, arrivato al 30%, proprio perché è riuscito ad "unire ciò che Dio aveva separato". Se tutto divide i Paolucci boys dai Moro boys (tranne il menù di tacconelle e la linea unitaria di Legnini), va detto che la salvezza del centrosinistra sarà compiuta solo se e quando Paolucci - Boschetti e Moro - Masciulli torneranno a mangiare lo stesso menù, ma non in tavoli diversi.

Ods

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