Editoriali

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L’offerta politica a Cupello

Il prossimo 26 di maggio si voterà per il rinnovo del sindaco e del Consiglio comunale di Cupello, Comune “particolarmente attenzionato” da chi scrive sia per l’amicizia con i principali protagonisti politici locali e sia per averlo cinque anni fa “accumunato politicamente” a San Salvo.

Beninteso, le due comunità, per quanto vicine, presentano delle ovvie differenze nel tessuto sociale. Ma non ci è sfuggita anche una “singolarità” storicamente rilevata ovvero che esse hanno sempre compiuto le stesse scelte politiche elettorali. In pratica, quando San Salvo votava Dc, altrettanto faceva Cupello e quando San Salvo virava verso sinistra era seguita da Cupello. Infine, dopo che nel 2102 a San Salvo si è diviso il centrosinistra (al potere parallelamente dal 1994), lo stesso è successo a Cupello: prima la elezione a sindaco della sansalvese Magnacca e, due anni dopo, quella del cupellese Marcovecchio.

Premettendo che nei fenomeni sociali, possono intervenire delle variabili che “sconvolgono” esiti preannunciati o già visti in situazioni parallele, è bene riprecisare le differenze socio-politiche tra le due comunità: Cupello ha meno di 5000 abitanti e San Salvo ne ha quattro volte tanto, per cui il tessuto comunitario cpellese è più omogeneo di quello sansalvese, dove i tre quarti degli abitanti-elettori vengono da fuori; a Cupello si vota senza ballottaggio, per cui chi prende un voto in più vince le elezioni, mentre a San Salvo si può fare affidamento sul secondo turno; a Cupello uno degli schieramenti ha come leader un consigliere regionale di maggioranza, presidente di Commissione, mentre a San Salvo, l’ultima volta, si è votato senza “personaggi” potenti in carica; a Cupello si voterà mentre la “sua più grande azienda pubblica a gestione privata (il Civeta)” è sotto osservazione da parte della Procura della Repubblica, che l’ha messa sotto sequestro giudiziario; a San Salvo, l’ultima volta, si è votato con il sindaco uscente ricandidata, con la sinistra ancora divisa e con una civica espressione di un politico molto noto, diversamente da ciò che sta avvenendo a Cupello, di cui passiamo vedere nel dettaglio l’offerta politica.

Si presentano tre liste, riconducibili, sia pure a grandi linee, a tre macro aree elettorali: quella di centrodestra, che schiera tutta l’ Amministrazione uscente; quella di centrosinistra, che, invece, schiera parte dell’ Amministrazione precedente; quella fuori dai due poli (più o meno tradizionali), che schiera parte del movimento nato contro la gestione della discarica consortile e, soprattutto, contro il suo ampliamento.

Due delle tre liste (quella di centrodestra e quella fuori dai poli) sono guidate da aspiranti sindaci di genere femminile, rispettivamente Graziana Di Florio e Roberta Boschetti. La prima assessore uscente e la seconda alla sua prima esperienza politica. L’altra lista, di centrosinistra, è guidata da Camillo D’ Amico, capo dell’opposizione uscente e capogruppo del Pd nelle ultime Amministrazioni provinciali elette.

Nella lista che fa riferimento al centrodestra sono candidati tre personalità, in passato riconducibili ad opposte aree politiche: Giuliana Chioli, che è anche presidente della Pro Loco, consigliere uscente, eletta col Gruppo di D’ Amico alle ultime comunali, passata al Gruppo misto e che già alle ultime regionali aveva chiuso la campagna elettorale per Manuele Marcovecchio; Oreste Di Francesco, noto imprenditore e leader calcistico, il cui padre Giuseppe era stato candidato nel Gruppo di Pollutri; Giuseppe Torricella, leader storico del movimento contadino del vastese ed a lungo consigliere provinciale ed assessore comunale comunista a San Salvo.

Nella lista che fa riferimento al centrosinistra, Angelo Pollutri e Camillo D’ Amico, che la volta precedente avevano dato vita a due liste contrapposte, hanno saputo ritrovare unità. Alcuni dicono: “E mo si riprensentano assieme? Perché non si sono riuniti cinque anni fa?”. Personalmente, invece, credo che qualunque sarà l’esito elettorale, Pd e Cambiamento abbiano fatto bene a tornare assieme, se la loro premura è tenere assieme il popolo rosso, che altrimenti si sarebbe sentito ancor più in libera uscita.

Nella lista capeggiata da Roberta Boschetti ci sono persone e storie che non condividono i due percorsi tradizionali e si sono “riconosciuti” in questo movimento nato dal basso, come si dice ora. Non va sottovalutato la sua spinta propulsiva. Chi ha sottovalutato un percorso simile dei 5 Stelle, poi “si trovato la mucca in corridoio”, per dirla con  Pierluigi Bersani. Si sa che questi movimenti spontanei traggono forza proprio perché non fanno calcoli elettorali e si presentano per come sono, senza troppi “arzicocolamenti”

Camillo D’ Amico, Manuele Marcovecchio ed Angelo Pollutri (in rigoroso ordine alfabetico) invece sono “politici” navigati, che sanno leggere i “desiderata” elettorali, quindi sanno che la politica è sempre più post ideologica, cosa che alimenta elettoralmente il nuovismo antisistemico.

Forse è per questo che Marcovecchio ha voluto presentare una donna, che ha lavorato in Comune con estrema umiltà e senza ostentazione di potere. L’aver poi varcato i confini del centrodestra, andando nelle praterie rossoverdi (come sopra visto) gli serve per dire che il suo è uno schieramento civico e postideologico. Ovviamente,  se questa narrazione passerà, lo si leggerà dalle preferenze di Torricella e Chioli.

Forse è per questo che Pollutri & D’ Amico hanno chiuso l’accordo. Un lustro fa la società era più ideologica, come ha dimostrato, nel 2017, la reiterata divisione di San Salvo, che ha regalato il 20% alla Magnacca. Oggi stare insieme è sempre meglio che stare divisi !

A fronte, della offerta politica sopra dettagliata, si ripeterà anche stavolta  a Cupello ciò che è già accaduto a San Salvo ? Mi verrebbe da fare una battuta: “Io lo so, ma non lo dico…” Però, a proposito di battute, posso dire che i cupellesi sono stati politicamente più bravi di noi sansalvesi: il centrodestra ha saputo mandare uno di loro al Governo regionale; i due leader della sinistra hanno saputo fare pace; l’area terzopolista ha saputo presentare una lista, cosa che da noi non hanno fatto né i grillini e né gli ambientalisti storici; infine a Cupello su tre sindaci designati due sono donne, mentre a San Salvo su quattro candidati, lo era una sola…che però ha vinto sui tre maschietti….

                                                                                                                      Ods

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