Editoriali

matteo salvini

La politica ha le sue regole

Ieri e l' altro ieri, mentre seguivo la tv e/o mi arrivavano i risultati su w app, pensavo e scrivevo agli interlocutori: "questo l' avevo detto, questo era ovvio, quest' altro non mi sorprende". Ora delle due l' uno: o sono diventato vecchio, e quindi esperto, o sono diventato

cinico, giacché sicuramente non sono un mago. La verità è che l' esperienza mi porta a conoscere (oramai bene) le regole che della politica, anche di quella "liquida", cosa che mi fa comprendere (prima e dopo le elezioni) alcune sue evoluzioni, ancor più aiutato dal non partecipare in modo diretto: CHI PARTECIPA PERSONALMENTE AD UNA CAMPAGNA ELETTORALE È PORTATO A VEDERNE L' ESITO PIÙ COME VORREBBE CHE FOSSE, CHE COME SARÀ PER DAVVERO.
Vengo ai risultati:
1) la vittoria della Lega. Essa ha un leader unico (Giorgetti è solo il plenipotenziario a Palazzo Chigi), che sa cosa vuole (anche se non è ciò che vorrei io, ma questo non c'entra). Salvini ha due forni da cui attingere. Infatti, dei 6.000.000 di voti usciti da 5 Stelle, 1.200.000 sono andati alla Lega. Inoltre, ha dirigenti e votanti della moribonda Forza Italia pronti a riposizionarsi;
2) la sconfitta o comunque la riduzione elettorale di Forza Italia. È speculare alla vittoria della Lega. Fi ha un ledaer unico, che però ha 83 anni e che quindi prende i voti dei nostalgici, che lo avevano stimato ed amato quando era un imprenditore, politico e uomo di spettacolo, ma non della quarta età;
3) la sconfitta delle 5 Stelle. Il capo politico non è il leader né unico e né carismatico. Infatti, la leadership di Di Maio è quanto meno da incrociare con quelle di Grillo e Casaleggio. Il fondatore, e quindi il leader carismatico, è Beppe Grillo e non Luigi Di Maio, che è un buon ministro e un buon comunicatore, ma fermiamoci qua;
4) la vittoria dei Fratelli d' Italia. Fli ha una leader unica: la Meloni, che sa cosa vuole (anche se non è ciò che vorrei io, ma questo non c'entra). Il partito ha una storia di destra e, come la Lega, ha dirigenti e votanti della moribonda Forza Italia pronti a riposizionarsi

5) la tenuta del Pd. Diciamolo chiaro. Zingaretti non è Berlinguer o Craxi, ma è abbastanza inclusivo. È un brav' uomo, che ha saputo aggregare Calenda e Pisapia, quindi ha ripreso il suo zoccolo duro, cosa che riporta la sinistra ad un buon terzo dell'elettorato, come Legnini e Chiamparino. Infatti, se al suo 22,7% si aggiungono il 3,1% della Bonino, il 2,3% dei verdi e l' 1,7 della sinistra si arriva allo zoccolo duro occhiettiano;
6) la sconfitta del centrosinistra in Piemonte. Segue le sconfitte della Lombardia, del Friuli, della Valle d' Aosta, del Trentino, della Sardegna, del Molise, dell' Abruzzo e della Basilicata. Perché quella regione avrebbe dovuto fare eccezione?

Luca Branda

Categoria: