Editoriali

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MO VIENE IL BELLO

L' Italia oramai si divide in salviniani ed antisalviniani. Il bipolarismo della seconda Repubblica (basato sulla coalizione creata da Berlusconi e su quella che le si è via via contrapposta) sembrava essere stata superato dal tripolarismo, nato nel 2013 e consolidatosi nel 2018, composto dal centrodestra

classico, dal centrosinistra dimezzato elettoralmente e da un  movimento postideologico, che aveva ereditato l' elettorato deluso dal centrosinistra.

Ma ciò che è accaduto nell' ultimo anno e mezzo sembra riportarci ad un bipolarismo, sia pure diverso da quello nato nel '94 e pasciuto fino al 2013. Questo nuovo bipolarismo è  basato su una coalizione sostanzialmente di destra, egemonizzata dal populismo di Matteo Salvini e da quella che gli si contrappone e che oggi vede assieme Giuseppe Conte (che si è finalmente affrancato dall' iperattivismo salviniano), il Pd e i partiti alla sua sinistra, i 5 Stelle guidati da Grillo, che ha ridato fiato all' anima di sinistra del movimento, messa da parte nella fase Di Maio.

Cosa tiene assieme Conte, il Pd e LeU, Grillo ed il M5S? Anzitutto l' antisalvismo e per questo sono sponsorizzati dalle cancellerie europee e nord americane, che temono la Lega, la cui vittoria o soccombenza dipenderà dai suoi avversari al Governo. Infatti, se essi faranno delle politiche popolari potranno durare e soprattutto sperare in un risultato positivo o comunque non negativo a livello elettorale. Perderanno sonoramente se non faranno politiche per risolvere i problemi più sentiti dalla povera gente:  lavoro, alta tassazione, accesso difficoltoso alla sanità pubblica, sicurezza e sua percezione, accesso alla pensione in età ragionevole e con pensioni dignitose.

Se la gente vedrà la classe dirigente non schierata dalla sua parte,  l' ansia sociale sarà scaricata su immigrati e privilegiati delle pensioni e della politica e Salvini vincerà  a furor di popolo.

Infatti non è Salvini che genera paura ed ansia, ma il contrario. Salvini è la risposta popolare alla paura ed all'ansia. Berlusconi la paura popolare e l' ansia sociale  li combatteva, facendo sognare la gente. La Dc  dando posti e pensioni, anche se non si  aveva diritto. Il Pci la paura popolare e l'ansia sociale li combatteva, chiamando i poveri alla lotta. Il fascismo con la ricostruzioni dell'identità nazionale perduta. Insomma, nei momenti di crisi il popolo chiede serenità, futuro e protezione. Non siamo negli anni sessanta, settanta ed ottanta in cui crescevano Pil e diritti. Siamo un un' epoca dove cresce l'età  anagrafica e mette in pericolo le pensioni; crescono guerre e povertà in Africa e spingono i poveri da noi; crescono le nuove tecnologie e riducono il lavoro. Ciò genera insicurezza e  Salvini risponde. A modo suo, ma risponde. Da oggi vedremo se e come risponderà la nuova maggioranza gialloverde. Grillo ha ragione: la sfida è epocale. O la si affronta facendosi percepire come forze popolari o per Salvini le prossime elezioni politiche saranno una passeggiata.

Ods

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