Editoriali

incidente cinghiale

Ma aspettate che ci scappi il morto?

L' altra sera mi ha chiamato un mio amico artigiano, per raccontarmi che aveva investito ed ucciso un cinghiale nella zona del Girasole a Dogliola. E mi ha pure detto: "Per fortuna che ero con il camioncino. Se fossi stato con la macchina  piccola, ci sarebbe scappato il morto".

Ovviamente non si riferiva al cinghiale, che appunto era morto e per il quale - ha raccontato il mio amico malcapitato - la  macchina dello Stato è stata efficentissima.  Dapprima, infatti, sono arrivati i carabinieri, appena allertati da un automobilista di passaggio. Poi i militari hanno fatto arrivare il veterinario della Asl, che ha fatto il prelievo per capire se l' ungulato avesse qualche malattia infettiva. Quindi carabinieri e veterinario hanno refertato la circostanza, per consentire al mio amico di chiedere il risarcimento del danno subito alla Regione Abruzzo. Alla fine è giunto anche un operaio comunale, per seppellire l' animale.

Tutto questo è avvenuto in ore serali, quindi ai 3 o 4 funzionari bisognerà pagherà la reperibilità.  Se moltiplichiamo il costo di questo intervento per i 540 sinistri avvenuti in 3 anni e mezzo in provincia di Chieti (fonte Asl) possiamo comprendere quando spende la collettività solo per i cinghiali che attraversano la strada. A questo costo sanitario, bisogna aggiungerci un altro, legato ai danni che i cinghiali fanno alle campagne. E a questi danni economici bisogna aggiungere quello potenziale legato al rischio che, prima o poi, ci scapperà il morto.
Mettendo assieme questi danni capiremo che si tratta di una vera e propria emergenza sociale, cosa di cui lo Stato è consapevole. Tanto è vero che fa intervenire  con esperta competenza i carabinieri, la Asl, il Comune e la Regione. Tutti sanno e tutti intervengono. Tutti sappiamo e tutti interveniamo. Ma non siamo ancora capaci di risolvere il problema.
La Asl di Vasto - Lanciano - Chieti ha fatto uno studio certosino indicando i 540 sinistri in quali periodi dell' anno ed ore del giorno sono accaduti e soprattutto dove. Ovvero lungo le tre strade statali: adriatica, trugnina e sangrina. L' Ufficio prevenzione ha anche proposto ai Comuni (che sono senza un euro) di mettere reti e segnaletica anticinghiale, insomma strumenti dissuasivi. Ma né la Asl e né nessun altro Ufficio dello Stato ha detto ancora che il problema va eliminato alla radice ossia eliminando fisicamente i cinghiali.  O con i cacciatori o con i professionisti dell' esercito.

Per una cosa del genere ci vuole chi si assume la responsabilità, proponendo una legge o un provvedimento ordinatorio ed urgente. Evidentemente al momento non c'è chi si assume questa responsabilità. Ci avevano pensato i poveri sindaci esasperati e con l' unico strumento che avevano, cioè l' ordinanza, ma sono stati redarguiti e bocciati. Forse perché era ancora presto. Appena ci scapperà il morto e i giornali lo scriveranno a otto colonne, il ministro o il presidente della Regione o il prefetto troveranno la forza e la norma per ordinare di abbattere manu militari i cinghiali. Adesso è ancora presto.

Ods