Editoriali

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Aumentano le disponibilità per il ventennale della morte di Craxi

Dovendo preparare un importante evento per l' 11 a Chieti, oggi sono stato per tutta la giornata in giro per il Molise e non ho partecipato alla conferenza stampa in Comune per il calendario natalizio. I colleghi  presenti mi hanno riferito che, prima dell' inizio, il sindaco di San Salvo ha comunicato

la propria intenzione, e quindi dell' Amministrazione che presiede, di intitolare a Bettino Craxi una via di questa Città. Tiziana Magnacca, di cui ben conosco la considerazione che nutre per il leader socialista (andammo  insieme dieci anni fa ad Hammamet nel decennale della morte di Craxi), dimostra di raccogliere anche la richiesta formale prodotta da Agostino Monteferrante, uomo della sinistra cittadina, che ha ricoperto importanti incarichi amministrativi e politici sia in Comune che alla Provincia di Chieti.

É noto che anche la Lega vastese ha prodotto una richiesta per intestare una strada a Craxi nella vicina Città di Vasto, anzi in questo caso si tratta di un vero e proprio atto amministrativo, poiché sono stati i due consiglieri comunali Cappa e D' Alessandro a presentare quel che in linguaggio tecnico si chiama mozione, che quindi sarà discussa in Consiglio comunale.

Personalmente ho chiamato il sindaco socialista Luciano Piluso, chiedendogli di creare Via Craxi a Schiavi d'Abruzzo. Ed ho inviato un messaggio al mio caro amico Peppino Masciulli, sindaco di Palmoli, di formazione socialista, per chiedergli di intestare una via al leader del Psi.

Mi auguro quindi che, oltre che a San Salvo, anche a Vasto, Schiavi e Palmoli, possano nascere strade intestate a Craxi. E questo non per ragioni di appartenenza, ma affinché finalmente si possa capire che per affrontare la complessità dei problemi odierni bisogna tornare alla polituque d'aborde, che Craxi praticava, avendola mutuata dal suo maestro Pietro Nenni.
A tale proposito riporto ciò che segue: "Nel 1930, esiliato in Francia, Nenni riprese il motto del nazionalista Charles Maurras “Politique d’abord”, “la politica innanzitutto” (La politique religieuse, 1914), per orientare il metodo del partito socialista in esilio: “Il partito procederà secondo il metodo (politique d’abord) che consiste nel non avere pregiudiziali tattiche e nel riconoscere che la tattica è questione di momento e di circostanze. Un partito che sa quel che vuole, e che quel che vuole lo vuole sul serio, non sarà mai imbarazzato sui mezzi da impiegare” (Politique d’abord, Avanti! 28 giugno 1930).
Anche di questo si parlerà nel convegno già annunciato e del quale a breve comunicherò i dettagli.
Ods