Editoriali

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Decrescita necessaria: per i forti di stomaco

Ieri Carlo Cardarella e Roberto Giuliano mi hanno inviato due articoli, in cui parlano del nostro prossimo futuro, da cui ho tratto un incoraggiamento a scrivere queste righe.

Ritengo, infatti, che bisogna iniziare a prendere coscienza di cosa ci potrebbe accadere fra qualche mese, come hanno dimostrato di saper fare i miei due amici.

Partiamo da un dato certo ed incontrivertibile: crollerà il turismo, che da solo vale il 16%.

Si abbasseranno di conseguenza le vendite e le produzioni ad esso collegate: carburante, pedaggi, trasporti, produzione alimentare e funzionale (per esempio, pesce per i ristoranti e letti per gli alberghi).

Soprattutto si abbasseranno le entrate per lo Stato e aumenteranno le richieste di sussidi per chi rimane senza lavoro.

Col crollo di questo settore strategico e con l' impoverimento ad esso dovuto, è di tutta evidenza che crolleranno anche altri settori: chi penserà a cambiarsi l' auto se non ne è strettamente costretto? Chi penserà di comprarsi una casa, magari a debito e con i cavilli bancari che ci sono ?

Quindi crollo dell' automotive e dell' edilizia, cioè di altri due settori strategici.

Cosa che genererà disoccupazione e meno entrate allo Stato, il quale è già tanto se riuscirà a pagare stipendi pubblici e pensioni (queste ultime vengono generate dai contributi di chi lavora, che, come abbiamo visto, diminuiranno).

È probabile che avremo una crisi economico - sociale mai vista, che ci porterà a rinunciare a TUTTE le attività "superflue", a cui eravamo abituati: gite e badandato, balli e cenette, vestiti e palestre, che significa disoccupazione per che lavorava in questi settori.

Certo questa catastrofe non sarà per tutti e non sarà da subito, perché i ricchi (che pure diventeranno meno ricchi se l' economia girerà di meno) avranno capitali da spendere e anche i non ricchi potranno spendere i propri risparmi, che però non durano per sempre.

In tutto questo, speriamo che nessuno pensi di toccare il Servizio sanitario nazionale, anche se ci sarà chi dirà: "perché volete tagliare le mie pensioni o il mio stipendio? Tagliate piuttosto la sanità".

Si tratterà di fare scelte sociali importanti, si tratterà di decidere chi far campare e chi far morire.

Lacrime e sangue potrebbero essere evitati se l' Europa fosse una comunità, ma non lo è. Nella comunità chi ha di più dà a chi ha di meno. È difficile che Germania e Olanda diano a noi e alla Spagna.

Stiamo vedendo in queste ore che i Paesi ricchi non solo non ci daranno soldi loro, ma non sono disponibili nemmeno ad offrire garanzie per un nostro eventuale indebitamento, che comunque ci complicherebbe ancor più la vita sociale.

A credere nell' Europa oramai è rimasto solo il Pd e fa bene, perché c' è bisogno che ci sia qualcuno che abbia i canali aperti. Tuttavia ne' Gentiloni e né Zingaretti sono stupidi e si rendono conto che la salvezza non arriverà da Bruxelles.

Ma nemmeno da Usa e Russia, che avranno problemi sociali quanto noi e saranno impediti dal venirci incontro.

Arriveranno aiuti da Pechino? Forse. La Cina è l' unica grande potenza che potrebbe aiutarci, ma cosa vorrà in cambio?

Personalmente credo che la nostra salvezza arriverà da noi italiani:

- se ci acconteteremo di meno soldi e meno benessere voluttuario;

- se torneremo alle parrocchie e alle sezioni per socializzare, al posto dei night club;

- se i bambini giocheranno a calcio negli oratori e non più purtroppo nei campi ad erba sintetica;

- se non cambieremo una macchina ogni due anni;

- se torneremo ai fondamentali, cioè ai terreni colpevolmente abbandonati nei nostri borghi interni, per inseguire questo benessere che è a fine corsa;

- se ci faremo raccontare dagli anziani come passavano il tempo nel dopoguerra, mentre costruivano il boom economico, di cui noi abbiamo beneficiato per mezzo secolo;

- se, soprattutto, cominceremo a prendere contezza di quello che ci aspetta dalla prossima estate.

È la decrescita felice questa? No, forse sarà la decrescita probabile.

Ods

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