Editoriali

DE MITA A SAN SALVO

Questo Paese si salverà’ ???

SAN SALVO | Ciriaco De Mita, per sette anni potentissimo segretario della Dc e poi Presidente del Consiglio dei ministri, ha scoperto stamattina il busto di Aldo Moro, collocato all’ingresso del Centro culturale

e donato al Comune. Prima della cerimonia, lectio magistralis di Ciriaco De Mita, nell’attigua sala, sul ruolo di Aldo Moro nella politica italiana.

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Più volte, durante la lezione di De Mita, è stato ricordata la profezia morotea: “Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere”. E, invece…

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GIOVANNINO ARTESE SI SALVO’
L’attuale assessore alla cultura, come è noto almeno a chi, come noi segue le biografie dei politici ed i loro eventi, a San Salvo è stato il leader di Lotta Continua, movimento extra parlamentare che, alla metà degli anni settanta, affiancò il Pci ed il ricostituendo Psi. Chiusa quell’esperienza, tornò in politica solo nel ’98, ma non rivelò mai, almeno pubblicamente, i motivi che lo tennero fermo per vent’anni (fermo sul piano dell’attivismo politico e non certo su quello culturale). Con un comunicato stampa, ufficiale, da noi interamente pubblicato, con cui da storico ed assessore, Artese ricorda Moro a San Salvo, ci fa sapere che: “Per me i terribili giorni del rapimento Moro segnarono l'abbandono della politica militante, avendo compreso allora che non solo l'ipotesi rivoluzionaria era stata sconfitta nel nostro Paese ma insieme anche quella autenticamente riformista, e che l'Italia sarebbe rimasta il luogo dei compromessi e dei trasformismi, un Paese dove i leader - piuttosto che responsabilizzare - avrebbero dovuto cercare il consenso con mediazioni al ribasso e promesse più o meno illusorie”.
La linea di Lotta continua era allora: “Né con lo Stato e né con le Brigate Rosse”. Per fortuna l’attuale assessore non scelse questa seconda opzione, come fecero altri suoi compagni, preferendo lo Stato, a nome del quale oggi ha indossato la fascia tricolore per scoprire insieme a De Mita il busto di Moro. Dunque Artese si salvò. ANCHE SAN SALVO SI SALVO’
Fernando Sparvieri ed Eugenio Spadano hanno ben rappresentato cosa era San Salvo prima della venuta di Aldo Moro (1966) o, per meglio dire, prima che il Governo Moro – Nenni stanziasse diversi miliardi di lire per creare la Siv. Quella scelta, keinesiana, di centrosinistra, di intervento pubblico in economia, portò il benessere in questa zona povera e depressa, come molte altre del Sud Italia. E ci salvò.

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QUESTO PAESE SI SALVERA’ ??? Resta fondamentale capirlo. Ma ci po’ aiutare proprio la lezione di De Mita, il quale ha raccontato una frase del nonno (che ripete spesso Angelo Di Pierro): “Quando un problema difficile ti sembra facile vuol dire che non l’hai capito”. Attingendo alla cultura popolare, che consiglia di “contare fino a tre, prima di decidere”, De Mita ci ha fatto comprendere Aldo Moro. Il quale si pose il problema di “aprire ai socialisti nel ’62, senza perdere il voto reazionario del Sud”. E ci riuscì, come pure nel ’76, quando fu scongiurato il sorpasso comunista. Ma questo avveniva perché quel sistema, oltre che il divorzio, l’aborto, lo statuto dei lavoratori e le altre conquiste civili riusciva a garantire anche la sicurezza economica (anche attraverso quel deprecabile mezzo di scambio elettorale che è stato il clientelismo politico). E’ cosa complessa farlo, ma la prima repubblica ci riuscì. La seconda no e si rimangiato tutto il capitale precedente. La terza repubblica renziana (il Pd è stato evocato da De Mita per dire che Moro non vi avrebbe aderito) riuscirà a salvarsi e salvare il Paese se oltre alla legge per le unioni civili, al Senatuccio di 100 membri, al job act, ecc… riuscirà a migliorare la nostra sicurezza e le nostre condizioni di vita, con le relative percezioni. Questo dipenderà dal senso del dovere invocato da Moro ? Senz’altro, ma non si potrà fare senza la profondità dei “regionamendi”, che De Mita stamattina ci ha fatto riascoltare e che, noi eravamo abituati a sentire da lui medesimo e da Moro, Craxi, Berlinguer, Spadolini, Altissimo, Andreotti e che, dopo che costoro sono stati mandati via dalle Br, da Sora morte o dal Dott. Pietro non abbiamo più sentito.

Ods