Editoriali

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1 - 2 - X

Se il pronostico elettorale delle imminenti elezioni regionali potesse essere giocato come nella schedina del totocalcio, giocherei con una sola fissa. Cioè punterei su una vittoria secca di una delle coalizione, che vuol dire sconfitta secca per la coalizione avversa.

Ma poiché oggi è sabato di riflessione, illustro una tripla, la quale (come sanno i giocatori di totocalcio) significa che potrebbero verificarsi una vittoria, una sconfitta o un pareggio.
Pronostico il risultato dei giallorossi come se giocassrto in casa (ma solo perché sono temporaneamente al Governo).

Va preliminarmente precisato che il centrosinistra fino ad oggi governa: Puglia, Campania, Marche e Toscana. Mentre il centrodestra governa: Liguria e Veneto.

1 - la vittoria. Potrà attribuirsi al centrosinistra se riuscirà a conservare l' attuale 4 a 2. Se dovesse vincere pure in Liguria (che è l' unica Regione, dove si presentano insieme M5S e Pd) potremmo parlare di stravittoria. Onestamente questo scenario appare improbabile.

X - il pareggio. Si potrà parlare di pareggio se finisse 3 a 3. Anche se le Regioni non sono né anagraficamente e né politicamente uguali (le Marche ovviamente non sono come la Toscana). Purtuttavia, se dagli attuali 4 a 2 si passasse a 3 a 3 la maggioranza di Governo ne uscirebbe consolidata ed andrebbe spedita verso l' elezione del quinto capo dello Stato di centrosinistra della seconda repubblica.

2 - la sconfitta. Potrà attribuirsi al centrosinistra se dovesse perdere per 4 a 2 (con passaggio agli avversari di Marche e Puglia). Se poi dovesse perdere pure in Toscana (Regione rossa dal 1970, dove oggi si presentano insieme Renzi, Calenda e Pd) potremmo parlare di strasconfitta. La quale potrebbe comportare il cambio dell' allenatore ed il ritiro dal campionato (caduta del Governo).

Ovviamente, in tale ipotesi gli analisti di parte cercheranno di "indorare la pillola", inserendo nel conteggio il risultato della Valle d' Aosta o la eventuale quanto probabile vittoria del Si al referendum sul taglio dei parlamentari.

In realtà il Si al referendum è principalmente un voto anticasta e antisistemico. Per questo il combinato disposto tra un 5 a 1 (con il passaggio a destra della Toscana) e un voto plebiscitario per il Si dovrà essere preso sul serio della comunità politica (intendo rappresentanti delle Istituzioni, mass media e burocrazia statale): ciò significherebbe il livello massimo di insoddisfazione popolare, che ha già prodotto:

Inizio della fine della prima repubblica, con la introduzione della preferenza unica nel ' 91,

Inizio della demolizione partitica, con la introduzione della Logica aziendale nel' 94,

Completamento della demolizione partitica, con la introduzione della tecnocrazia montiana nel 2013,

Ingresso ufficiale nella post democrazia nel 2018 (reso plastico dallo stesso premier che governa indifferentemente con la destra e con la sinistra, operazione che neanche Andreotti avrebbe retto).

Il 5 a 1 per la destra e una vittoria buona del Si significherebbe la chiusura del cerchio iniziato da Segni nel' 91.

In tal caso, la sinistra può fare solo una cosa per ridare coesione sociale al sistema democratico: ripensare la militanza, che è davvero una sponda verso M5S, nell' ottica di ciò che da noi ha proposto Luciano Lapenna a Gianluca Castaldi.

Ma ne parleremo meglio, analizzando il risultato di domani e dopodomani.
Ods

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