Editoriali

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La vendita dell' autoporto è un grande fatto politico

L'Arap ha messo in vendita l' autoporto di San Salvo. Il bando sta sul sito dell' Arap medesima. Dunque "la cosa" dovrebbe essere nota alle forze politiche e sociali, perché è giuridicamente un atto pubblico-amministrativo.


Ma è soprattutto un fatto politico, per vari motivi:
L' area ed il sovrastante manufatto ora in vendita sono stati attrezzati con una decina di milioni di euro pubblici dalla classe politica di centrodestra e centrosinistra;
La classe politica bypartisan, dopo non averlo saputo aprire, ora lo vende per un importo di molto inferiore a quel che è costato.
Nonostante si tratti di un fatto politico (con una eventuale nuova destinazione che dovrebbe portare centinaia posti di lavoro e chi sa quanti milioni in opere murarie elettriche idrauliche cablaggio e di acquisto macchinari automatizzati) finora oltre alla libera stampa è intervenuto solo Gabriele Marchese, come ex sindaco.

Non ci è ancora dato sapere cosa ne pensi tutta la filiera istituzionale. Per mia memoria, rammento che nulla hanno detto: il sottosegretario di Stato del vastese, il deputato del vastese, i tre consiglieri regionali del vastese, i tre consiglieri provinciali del vastese, i ventinove sindaci del vastese, i quasi trecento consiglieri comunali del vastese, i cento e passa dirigenti sindacali e datoriali del vastese, il presidente ed i consiglieri della Camera di commercio INDUSTRIA artigianato ed agricoltura del vastese, foss' anche per dare sostegno ed impulso a quella che POTREBBE essere una bella cosa... vedremo se lo sarà.
O piu opportamente per capire se la società che acquista (per conto di chi spetta) poi piazza a chi effettivamente deve insediarsi.

Intanto questo silenzio pare un po' strano...è come se quando hanno insediato la Siv e la Marelli se ne fossero occupati solo i dirigenti del Nucleo industriale e l' ex sindaco di San Salvo Sebastiano Napolitano e non avessero parlato Lillino Artese e il Pci di Luigi Ruggieri e la Cgil di Michele Raspa.

Ma forse i nostri quasi 500 rappresentanti dei cittadini, dei lavoratori e degli imprenditori parleranno... a cose fatte.

Ods