Editoriali

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SANTE D' ALBERTO HA RITIRATO IL MONTALFANO DALLA III CATEGORIA

Che Patron D' Alberto non giochi e non faccia giocare i suoi ragazzi nel campionato di calcio è una notizia solo per quelli che condividono la sua stessa passione o anche per quelli che, come me, hanno altri hobby?

Per chi ama il calcio è senz' altro una notizia, come lo è per chi vive di calcio. Ma lo è anche per chi il calcio lo sente e vede solo in tv e che si infiamma solo quando gioca l' Italia (nota la battuta: in Italia ci sono 60.000.000 di ct).

Nel calcio, sia in quello dilettantistico che in quello professionistico, anzi tanto più in quest' ultimo, ci sono persone (come Sante) che ci rimettono soldi. Ma ci sono anche persone che ci guadagnano, o per meglio dire ci campano come i giocatori (alcuni ci stracampano) e gli staff (medici, dietisti, massaggiatori, pubblicitari, custodi, giornalisti sportivi, gruppi editoriali e tv coi diritti, proprietari di bus, ecc...). Quindi subisce un nocumento economico chi vive di calcio senza esserne garantito (garantiti sono solo i grandi giocatori). E che il covid faccia perdere stipendi anche ai lavoratori del calcio interessa a tutti.

Le scuole calcio (molto diffuse nel mondo d' oggi) sono aggregati di socializzazione, che aiutano le donne che lavorano: le famiglie hanno difficoltà a vigilare da soli sui propri ragazzi.

Gli studenti (delle ultime due classi della primaria fino ad almeno nelle prime due della secondaria superiore) non parlano tra di loro né di politica e né di economia, ma dei loro beniamini sui campi. Venendo meno le partite, essi parlano meno non solo di cronaca calcistica, ma anche di relazioni amicali, di giochi di squadra, di valori cameratistici. Insomma, sopprimendo i campionati verrebbe meno anche la visione e la emulazione di gesta che non sempre ma spesso diventano educativi: dal gioco di squadra alla resistenza fino all' ultimo minuto, dal rispetto dell' avversario alla costanza nelle preparazioni atletiche, fino ad arrivare alla conoscenza della geografia visto che ogni località esprime almeno una squadra di calcio.

Quindi non giocare i campionati può causare problemi economici e di lavoro, sociali e di socializzazione, famigliari ed educativi. Ed è tutto questo (oltre che le perdite finanziarie generate da un fermo di campionato al pari di qualunque altro settore economico) che sta creando le resistenze delle società calcistiche a livello nazionale.

In questo quadro il gesto del Montalfano calcio è originale ed ha suscitato molta attenzione: la decisione di D'Alberto privilegia il diritto costituzionale alla salute rispetto ad altri diritti, pure garantiti dalla Carta, relativi al lavoro ed alla educazione.

Il ritiro, dunque, entra nel pieno dibattito di questi giorni: meglio morire di covid o morire di fame?

Personalmente, pur facendo rischiare contagi ai giocatori ("trattasi di uno sport di contatto"), non so se avrei fatto la scelta del mio caro amico Sante. Ma io sono solo uno dei 60.000.000 di commissari tecnici quando gioca la nazionale, che va a vedere qualche partita solo quando gioca la mia Us.
Ods