Editoriali

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Cotticelli, Zuccatelli e Gaudio li ha fatti fuori la...

L'altro ieri mi sono inserito in un complesso dibattito, nel quale taluni sostengono che sarebbe meglio togliere la gestione della sanità pubblica alle Regioni e talaltri che se la si passasse al Governo nazionale le cose non cambierebbero.

I primi dicono che la classe dirigente regionale è inadeguata, spendacciona e succube delle cliniche private.

I secondi che pure la classe dirigente nazionale non ha le adeguate capacità gestionali.

Personalmente non mi sono espresso per gli o per gli altri, ma nel penultimo editoriale ho dimostrato che anche Speranza (per il cui partito ho votato alle ultime elezioni della Camera dei deputati) ha sbagliato a nominare Zuccatelli, già candidato in LeU, senza verificare prima i suoi interventi on line. Ed ho concluso in modo "volutamente provocatorio" che il Verbo non ce l' hanno né i nazionali e né regionali.

Hanno commentato l' editoriale amici tanto a me cari quanto esperti di sanità (Dario, Bucciarelli, Amato e Spadaccini) dimostrando a loro volta che Zuccatelli non è un tale qualsiasi (avevo usato il termine tale, ma non in quel senso).

Allora vediamo perché Zuccatelli che ha un buon curriculum non è diventato commissario della sanità calabrese. E anche perché Cotticelli (generale dei carabinieri) si è dovuto dimettere. E perché non ha accettato la nomina Gaudio, già rettore della Sapienza.
Cosa unifica sti tre e cosa li ha davvero defenestrati?

Cotticelli , Zuccatelli e Giaudio sono stati fatti fuori da una variabile indipendente, che non c' entra niente con le capacità di ciascuno.

Essi sono stati colpiti con le rispettive immagini: Conticelli e Zuccatelli hanno dato entrambi prova di non saper rispondere a delle interviste. Uno che aveva fatto la Scuola di guerra dell' Esercito è caduto vittima di un microfono e un manager bravo come Zucc pure. Il rettore invece è caduto a causa di una indagine su concorsi, nel solco del baronato accademico.

Ciò dimostra che una fulgida carriera oggi può essere distrutta da una semplice cazzata scritta o detta on line, perché moltiplicata dalla tecnologia, oppure da una denuncia che sfocia in un' inchiesta (poi archiviata).

Perché in passato non succedeva? Anzitutto perché le tecnologie non erano quelle di oggi e poi perché se uno (serio) faceva un scivolone, gli arrivavano in soccorso i suoi amici di partito, capace di ignorare gli sputtanamenti avversari. Famosissimo il monito moroteo: "Non ci faremo processare nelle piazze".

Speranza e Bersani (ieri sera a Di martedì) hanno provato a difendere il compagno Zuccatelli. Ma loro sono dirigenti di un micropartito, che le centinaia di visualizzazioni on line battono tranquillamente e quindi Zuccatelli li ha tolti dall' imbarazzo.

La prova del 9 ce la dà Trump. Sta dicendo delle sonore cavolate sull' esito elettorale statunitense epperò resiste ancora, perché ha consenso. Da noi Berlusconi fece passare che Ruby era la nipote di Mubarak semplicemente perché aveva consenso nel Parlamento e nel Paese.

Concludendo:
1 i leader e ancor più i loro nominati non possono sgarrare, perché la tecnologia li stronca;

2 alla tecnologia moltiplicatrice non soccombe solo chi resiste se ha davvero consenso di massa;

3 il consenso di massa, però, dura poco sempre a causa della tecnologia comunicativa moderma e della liquidità dei partiti