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dario nicola

L'analisi politica di Nicola Dario

Il centrodestra andrà unito al Quirinale. Berlusconi ha corretto un suo errore (grave) che aveva aperto un varco a Di Maio. Salvini mette a segno un altro colpo, si certifica che il Cavaliere non è lucido, non vede lo scenario e la sua idea di andare separati al Colle

e addirittura di presentare una linea divergente rispetto a quello della Lega si è rivelata un altro passo falso dopo quello compiuto nell'elezione dei presidenti delle Camere;

-Alla mossa del centrodestra il Movimento 5Stelle ha risposto con un penultimatum. Così Salvini si taglia fuori dal cambiamento, sceglie Berlusconi e "finisce all'angolo". Vabbè, siamo alla tattica, Di Maio sa benissimo che senza i voti di un alleato non va da nessuna parte o, meglio, si va a un esecutivo di transizione promosso dal Presidente della Repubblica e poi dritti al voto

L'unico governo possibile resta quello tra Movimento 5Stelle e Centrodestra, quello impossibile è tra il Centrodestra e il Pd, quello logico che la maggioranza degli elettori vorrebbe vedere è tra Movimento 5Stelle e Lega. In queste combinazioni ci sono due variabili "pazze". 
Quali? 
1. Il centrodestra si (ri)spacca, la Lega lascia Forza Italia e a quel punto con le mani libere fa un governo con i Cinque Stelle. Possibile, ma dopo oggi non probabile. Serve una nuova lite, un errore di Berlusconi, un incidente di percorso. ... C'è tempo per sbagliare, vedremo cosa accadrà. 
2. Il Partito democratico torna a fare politica. La situazione del Pd è da psicodramma, l'ex segretario Renzi si è trasformato nel Conducator Renzi, comanda ancora lui, il segretario Martina da ieri sera è un auto-reggente, nel senso che i renziani (che sono in ogni caso maggioranza) lo hanno già scaricato per reato concorso esterno in intelligenza con il nemico (interno e esterno). Il Pd è un esplosivo instabile, nitroglicerina, difficile immaginare una sua avventura di governo senza una lacerazione profonda al suo interno. Resta un punto a favore di Renzi: è l'unico che ha carattere e cattiveria là dentro. Dunque domina ancora lui.

Con le due variabili pazze si fa il governo logico o quello impossibile. In un quadro psichiatrico normale, resta la carta del governo possibile, cioè tra Movimento 5Stelle e Lega, ma tale esecutivo per i grillini dovrebbe essere depurato da Berlusconi,,,

Siamo lontani da tutte le soluzioni, si gioca con le parole. E la situazione nel Pd, un elemento che potrebbe sbloccare il gioco da una parte o dall'altra, è quel che si dice incasinatissima.

Renzi sta facendo il gioco del cerino che, manco a dirlo, è finito nelle mani del segretario auto-reggente. Maurizio Martina è virtualmente già bruciato. Nella riunione del pacchetto di mischia renziano di ieri, sono cominciate a circolare varie ipotesi che poggiano su nome e metodo. 
Il metodo è quello del come arrivare a dare al Pd un nuovo segretario. C'è un'assemblea del partito il 21 aprile, là forse decideranno qualcosa. Circolano nomi da candidare per levarsi di torno il pensiero di Martina, qualcuno dice Ettore Rosato, già capogruppo e autore dello splendida legge elettorale, il Rosatellum. C'è anche un altro nome, quello di Teresa Bellanova, viceministro dello Sviluppo economico. A Renzi qualcuno ha detto che bisogna ripartire dal lavoro e allora lui ha tirato fuori dal cilindro la Bellanova non per il suo passato da sindacalista, ma per un dettaglio fondamentale: è una fedelissima di Renzi. L'ex segretario è in salotto, ha il telecomando in mano, accende e spegne il Pd.

Nicola Dario