Il taccuino dello storico

convegno borghi

Sulla legge salva-borghi: un imminente convegno a San Salvo. Invito alla discussione

La legge recentemente approvata sui Piccoli Comuni sarà oggetto di discussione in un convegno a S. Salvo il prossimo 27 ottobre. All’argomento sono molto interessato, soprattutto se penso allo straordinario tessuto comunitario

che i piccoli borghi conservano in rapporto al patrimonio culturale materiale e immateriale minacciato dal fenomeno dello spopolamento e dell’abbandono. Il convegno avrà per centro l’illustrazione della legge (cosa di per sé rilevante). Ma una riflessione dovrà subito essere avviata in relazione all’uso della banda larga nel segmento della formazione secondaria e terziaria e nella promozione di un corso ad hoc per guide del territorio in un percorso di alternanza/scuola-lavoro tra secondarie di secondo grado dei centri maggiori e piccoli comuni. I temi sono ricchi di sollecitazioni culturali e organizzative. Ma non sono oggetto di questo intervento in cui mi limiterò solo ad alcune rapide annotazioni di lavoro sul convegno.

convegno piccoli comuni

 

Per questa ragione, propongo all’attenzione degli amici lettori la seguente scheda sulla legge in questione tratta da Rai News. Una scheda, purtroppo, senza l’indicazione dell’autore, a un tempo dettagliatissima e sintetica che, in dieci punti,  ne delinea l’impianto. Voglio solo ricordare che si tratta un fondo di cento milioni di euro per quei comuni al di sotto dei  5000 abitanti (pari al 70% di quelli italiani corrispondenti a  5585 unità per un totale di 10 milioni di residenti) compressi dal cosiddetto  Patto di Stabilità (cioè, dall’accordo siglato nel 1997 per il controllo delle politiche di bilancio degli stati Ue sulla base dei requisiti fissati dall’eurozona). Per il resto, riporto per intero il testo della scheda Rai News:

  1. Obiettivi della legge. Scopo della legge è favorire e promuovere lo sviluppo sostenibile economico, sociale, ambientale e culturale, promuovere l’equilibrio demografico del Paese, favorendo la residenza nei piccoli comuni, incentivare la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale, rurale, storico, culturale e architettonico. [La legge] punta anche all’adozione di misure a favore dei cittadini che vi risiedono e delle attività produttive, contro lo spopolamento e per incentivare l’arrivo dei turisti. Per piccoli comuni si intendono i centri con residenti fino a 5.000 abitanti ma anche i comuni istituiti con la fusione tra centri che hanno, ognuno, popolazione fino a 5.000 abitanti. La legge definisce anche altri parametri per beneficiare dei finanziamenti destinati ai ‘piccoli’ (devono essere comuni collocati in aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico; comuni caratterizzati da marcata arretratezza economica; comuni nei quali si è verificato un significativo decremento della popolazione residente rispetto al censimento generale della popolazione effettuato nel 1981; comuni caratterizzati da condizioni di disagio insediativo, sulla base di specifici parametri definiti in base all’indice di vecchiaia, alla percentuale di occupati rispetto alla popolazione residente e all’indice di ruralità, ad esempio).
  2. 2. Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni. Ha una dotazione complessiva di 100 milioni e serve a finanziare investimenti, (10 milioni di euro per l’anno 2017, e 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023). Per l’utilizzo delle risorse, è prevista la predisposizione di un piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni e un elenco di interventi prioritari assicurati dal Piano nazionale.
  3. Recupero dei Centri storici. [La legge] prevede la possibilità di individuare, all’interno dei centri storici, le zone di particolare pregio, dal punto di vista dei beni architettonici e culturali, da riqualificare con interventi, pubblici e privati, per riqualificare l’area urbana, rispettando le tipologie delle strutture originarie. La legge consente, fra l’altro, ai comuni in questione, di acquisire e riqualificare immobili per contrastare l’abbandono di terreni e di edifici, di acquisire o stipulare intese per il recupero di case cantoniere e di stazioni ferroviarie non più utilizzate e attribuisce ai piccoli comuni la facoltà, anche in forma associata, di stipulare, con le diocesi della Chiesa cattolica e con le rappresentanze delle altre confessioni religiose che hanno concluso intese con lo Stato, convenzioni per la salvaguardia e il recupero dei beni culturali, storici, artistici e librari degli enti ecclesiastici o degli enti delle confessioni religiose civilmente riconosciuti.
  4. Banda ultralarga. Si stabilisce che le aree dei piccoli Comuni per le quali non vi è interesse da parte degli operatori a realizzare reti di connessione veloce e ultraveloce possono essere destinatarie delle risorse previste, in attuazione del piano per la banda ultralarga del 2015.
  5. Tasse e tributi e di tariffe per i servizi pubblici erogati. Nei piccoli Comuni è consentito il ricorso alla rete telematica gestita dai concessionari della Agenzia delle dogane e dei monopoli per favorire il pagamento di imposte e tributi. Si riconosce anche ai piccoli Comuni la facoltà di stipulare apposite convenzioni, di intesa con le organizzazioni di categoria e con la società Poste Italiane Spa, perché pagamenti di imposte comunali e vaglia postali possano essere effettuati presso gli esercizi commerciali di comuni o frazioni non serviti dal servizio postale.
  6. Stampa quotidiana. La legge prevede che si promuova l’intesa tra Governo, Associazione nazionale dei comuni italiani (l’ANCI), Federazione italiana editori giornali e i rappresentanti delle agenzie di distribuzione della stampa quotidiana perché la vendita dei quotidiani sia assicurata anche nei piccoli comuni.
  7. Prodotti a chilometro zero. I piccoli Comuni potranno promuovere il consumo e la commercializzazione dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta o a chilometro utile. Questi ultimi sono quelli il cui luogo di produzione, di coltivazione o di allevamento della materia prima sia situato entro 70 chilometri da quello di vendita e per i quali è dimostrato un limitato apporto delle emissioni inquinanti derivanti dal trasporto. Il testo prevede anche che i piccoli Comuni destinino specifiche aree per la realizzazione dei mercati agricoli per la vendita diretta.
  8. Promozione cinematografica. Si prevede che ogni anno il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, d’intesa con l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, le Regioni e le Film Commissions regionali, predisponga iniziative per la promozione cinematografica anche come mezzo per una valorizzazione turistica e culturale.
  9. Trasporti e istruzione nelle aree rurali e montane. La legge indica il piano per l’istruzione destinato alle aree rurali e montane che viene predisposto dal presidente del Consiglio, di concerto con il ministro dell’economia e previa intesa in Conferenza unificata. Il piano guarda in particolare al collegamento delle scuole poste in tali aree, all’informatizzazione e alla progressiva digitalizzazione delle attività didattiche e amministrative. Nell’ambito del piano generale dei trasporti e della logistica e dei documenti pluriennali di pianificazione, vanno individuate apposite azioni per le aree rurali e montane.
  10. Servizi. La legge prevede la facoltà di istituire, anche in forma associata, centri multifunzionali per fornire servizi anche in materia ambientale, sociale, energetica, scolastica, postale.

Proviamo a collocare questa legge in a Abruzzo. L’intero territorio abruzzese è caratterizzato da 305comuni di cui solo 56 superano la soglia di 5000 abitanti. Gli altri 249 ne sono al di sotto, pari all’81,63 dei paesi (ricordo che il 70% è la media nazionale). La distribuzione provinciale dei piccoli borghi è la seguente:

L’Aquila   97/108 pari all’89,81%

Chieti       90/104 pari all’86,53%

Pescara    35/46   pari all’81,63%

Teramo    27/47   pari al  57,44%

Il dato è significativo. Ciò vuol dire che solo la provincia di Teramo è nettamente al di sotto della media nazionale. L’Aquila, Chieti, Pescara abbondantemente  al di sopra. Il borgo più piccolo della Provincia di Aquila è Carapelle Calvisio con 88 abitanti; di Chieti, Montelapiano con 83 abitanti; di Pescara, Corvara con 256 abitanti; di Teramo, Pietracamela con 271 abitanti.

A questo punto la domanda importante diventa la seguente: i comuni tra i quattromila e i cinquemila abitanti hanno le stesse esigenze dei borghi dai cento ai cinquecento abitanti? Verifichiamo la popolazione dei singoli comuni della Provincia di Chieti dai cinquemila residenti in giù sulla base dei dati ISTAT aggiornati al 1° gennaio 2017:

Cupello               4805

Miglianico          4803

Castel Frent.       4373

Paglieta               4331

Torrevecchia T.  4204

Tollo                   4124

Ripa T.                4083

Orsogna               3881

Scerni                   3259

Torino di S.          3143

Altino                   3082

Casalincontrada   3045

Crecchio                2861

Gissi                      2763

S.Eusanio del S.    2495

Monteodorisio       2483

Mozzagrogna         2417

Rocca S.Giovanni  2328

Pollutri                   2224

Archi                      2184

S.Maria Imbaro      2013

Fara Filiorum P.     1956

Tornareccio             1807

Castiglione M.M     1748

Frisa                         1737

Roccamontepiano    1672

Treglio                     1672

Vacri                        1662

Perano                      1608

Gessopalena             1406

Fara S. Martino        1399

Canosa  S.                1378

Palena                      1362

Villa S. Maria          1361

Torricella P.            1342

Roccaspinalveti       1312

Casacanditella         1307

Rapino                     1284

Lama dei P.             1250

Giuliano T.              1241

Roccascalegna         1195

Ari                            1147

Arielli                       1141

Pizzoferrato             1103

Palombaro               1006

Filetto                      964

Villalfonsina            957

Fresagrandinaria      956

Furci                        950

  1. Buono 948

Montazzoli              945

S.Martino sulla M. 938

Pretoro                    937

Palmoli                    934

Casalanguida          911

Celenza sul T.         900

Poggiofiorito          878

Civitella M. R.        832

Torrebruna              820

Schiavi d’A.            819

Quadri                     804

Bomba                    799

Liscia                      707

Lentella                   694

Montenerodomo      678

Carunchio                 628

Carpineto S.             597

Colledimezzo           492

Pennapiedimonte     464

Guilmi                      420

Tufillo                      404

Taranta P.                 367

Castelguidone          367

Dogliola                   358

Lettopalena              350

Borrello                    343

Civitaluparella         339

Fraine                      326

Gamberale               310

Pennadomo             272

Rosello                    233

Colledimacine         191

  1. Giovanni L. 176

Fallo                        141

Pietraferrazzana      137

Monteferrante         128

Roio del S.              104

Montebello sul S.     92

Montelapiano           83

I comuni tra gli ottanta abitanti e i duecento sono otto; tra i duecentouno e i mille abitanti, trentasette. Dai milleuno ai duemila, ventiquattro. Dai duemilauno ai tremila, nove. Dai tremilauno ai quattromila, cinque. Oltre i quattromila, sette. Nei fatti, una realtà molto variegata che va dal rischio estinzione alla crescita (come Cupello, Ripa T. ecc).  Mi chiedo: potrà, in qualche modo, l’uso della banda larga frenare l’abbandono di Montebello sul S. o di Montelapiano? (a titolo informativo, quest’ultimo risulta essere il 37° tra i borghi più minuscoli d’Italia).

Al contrario, un piccolo comune cui bisogna guardare è Castel del Giudice, in provincia di Isernia. Un borgo che ha bloccato a 350 residenti il decremento demografico negli ultimi sette anni (a partire dal censimento 2011). Ha già realizzato i punti previsti con gli interventi della «legge  Realacci»: albergo diffuso, un meleto bio, una Rsa che impiega cento dipendenti (ha anche attivato due tipologie di connessione internet Wireless ad alta velocità). Il lungo servizio a firma di Goffredo Buccini pubblicato dal «Corriere della Sera» il 19 settembre 2017 rivela la grande attenzione nazionale e internazionale sul modello di sviluppo virtuoso inaugurato da questo comune (in basso, l’articolo).

Luigi Murolo