Inclusione di Sansalvomare

mercatino bio

La filiera agroalimentare come prospettiva per l’agricoltura

Con il termine filiera si intende tutto il processo di un prodotto, a partire dalla produzione fino al consumo finale, da parte del consumatore. I protagonisti della filiera agroalimentare sono gli agricoltori, l’industria di trasformazione, le imprese di trasporti,

la Grande distribuzione organizzata a livello europeo, i mercati all’ingrosso e al dettaglio ed appunto il consumatore finale. Questa catena può essere corta o lunga in base agli attori coinvolti, quindi per l’acquisto di un prodotto si può scegliere il tipo di filiera. La filiera lunga prevede numerosi passaggi del prodotto attraverso soggetti intermediari tra produttore e consumatore, tanto  che individuare la provenienza dei prodotti diventa più difficile, come pure scoprire le frodi, anche se il prodotto è fornito, per legge, di tutte le certificazioni sanitarie. Attualmente, in base ai dati forniti dalla Coldiretti, nel prezzo di vendita di un prodotto agricolo rimane solo per  il 25% al produttore, che spesso non ci paga nemmeno i costi di produzione. Il restante 75% va agli altri componenti della filiera: trasportatori e  grande distribuzione organizzata. Per combattere questa ingiustizia, bisogna  rivedere  le leggi che regolano  la politica agricola e commerciale che danneggia sia il produttore che il consumatore.

L’agricoltura  italiana può essere una risorsa se  saranno create alcuni condizioni :

  1. Tutti i prodotti con il Marchio MADE ITALY, a partire dalle materie prime, devono essere realmente italiani al 100%;
  2. Tutti i prodotti ottenuti dall’agricoltura devono essere coltivati con il metodo biologico o integrato. Ciò significa limitare i pesticidi e i concimi chimici, con il cosiddetto integrato, per arrivare ad eliminare completamente i pesticidi con il metodo bio. Così facendo potremo difendere l’ambiente e la salute sia del produttore che del consumatore;
  3. Vanno consumati i prodotti di stagione e locali, perché essi garantiscono la genuinità del prodotto, oltre che la rintracciabilità e la trasparenza della filiera
  4. Va incentivata la filiera corta a chilometro zero, perché il prezzo è più basso ed il prodotto viene raccolto al giusto grado di maturazione e non giace per mesi nelle celle frigorifere o sui TIR. In tal modo si avrebbero meno emissioni di CO2 nell’atmosfera.
  5. Vanno consumati i prodotti locali o MADE IN ITALY al 100% per sviluppare l’economia locale. In tal modo, sia a livello occupazionale che a livello di reddito, si avvantaggia l’intera comunità.

Per realizzare queste condizioni, non è sufficiente modificare solo le norme, ma è necessario che produttore e consumatore abbiano un comportamento corretto: il produttore deve essere trasparente, rispettare un disciplinare di produzione e sottoporsi a qualsiasi controllo da parte del consumatore e quest’ultimo, dal canto suo, deve essere disposto a pagare il giusto prezzo, in base alla qualità del prodotto.

Angelo Pagano