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Roberto Giachetti a Fossacesia

Ieri nella sede del Pd "Costa dei Trabocchi" di Fossacesia, il deputato Roberto Giachetti si è fermato nel suo giro in Abruzzo per illustrare la mozione congressuale che lo vede competere come segretario del Partito Democratico, in coppia con Anna Ascani.

 

La sua candidatura è stata l'ultima ad aggiungersi a quelle già lanciate da tempo di Zingaretti, Martina, Boccia, Corallo e Saladino.

Nel discorso e nel dibattito che ne è seguito, è venuto fuori tutto lo spirito battagliero di questo "vecchio" radicale, famoso per i suoi scioperi della fame quando si tratta di risolvere questioni che vengono lasciate in disparte da una politica distratta e a volte superficiale.

Nell'affollata sede, in un ambiente molto famigliare, in piedi tra chi era venuto ad incontrarlo, ha richiamato alcuni dei motivi che l'hanno spinto a correre per il ruolo di segretario del Pd.

Il suo è stato un discorso complesso e che ha fatto emergere la profonda diversità con gli altri candidati: ha individuato nella fase congressuale un momento di "battaglia", in cui le differenze vengono fuori anche in modo aspro, ma che deve giungere ad una sintesi necessaria che ponga fine ad ogni tipo di dissenso, se non all'interno degli organi preposti alla discussione. Il Pd ha patito moltissimo l'atteggiamento fintamente unitario che trovava sfogo nelle dichiarazione alla stampa, comportamento che ha tolto molta credibilità. Non solo: per la voglia di accontentare ogni piccola anima o espressione all'interno del partito, non si è mai riuscito a fare delle vere riforme, sempre iniziate e abbandonate per mancanza di coesione interna, come per il caso delle unioni civili, impossibili da realizzare con governi di sinistra. Incredibilmente per portarli a compimento, doveva arrivare l'alleanza con Alfano!

Dopo la marcia indietro di Minniti e l'appoggio della maggior parte dei parlamentari per Martina, un'importante fetta del partito rischiava di rimanere senza rappresentanza. Per questo Giachetti e Ascani (con l'aiuto di Luciano Nobili ed Ivan Scalfarotto) hanno deciso di farsi avanti.

"È impensabile che si possa svolgere una fase congressuale senza che ci sia una posizione politica che rivendichi il lavoro fatto negli anni di governo - ha spiegato Giachetti. Infatti il primo obiettivo dichiarato da Zingaretti , è quello di azzerare completamente l'esperienza degli ultimi cinque anni, governo e classe dirigente compresi. Martina, dal canto suo, si discosta poco da questa visione, avendo trascorso tutta la fase post elettorale a cercare il modo di "chiedere scusa" all'elettorato per quello che il Pd ha fatto.

Giachetti invece pensa che i governi Renzi e Gentiloni abbiano agito bene e nell'interesse degli italiani, afferma che la strada delle riforme intraprese fosse quella giusta, soprattutto per quanto riguarda la scuola ed il lavoro. Se non si è riusciti a riscuotere il successo meritato è stato per la mancanza di appoggio degli organismi interni al partito (fino al vero e proprio boicottaggio del comitato dei No al referendum), interessati più a mantenere delle posizioni che al successo del partito.

Altro punto dirimente è l'accordo col Movimento 5 Stelle: al contrario degli altri contendenti, Giachetti e Ascani hanno sempre escluso qualunque tipo di collaborazione con ogni tipo di populisti e sovranisti, esclusione che, a scanso di equivoci, riguarda ovviamente eventuali improbabili accostamenti alla Lega di Salvini. Mentre è nota la posizione possibilista di Zingaretti, e la tentazione di Martina all'indomani delle votazioni, spenta sul nascere dal veto di Matteo Renzi. Il Movimento 5 Stelle si è rivelato totalmente appiattito sulle posizioni reazionarie della Lega, e coloro i quali lo avevano individuato come "nuova sinistra", sono rimasti molto delusi.

In queste settimane si vota nei circoli, le votazioni sono riservate agli iscritti e serve a rinnovare gli organi statutari. Il 3 marzo ci saranno le primarie vere e proprie, aperte a tutti anche fuori dal partito, in cui concorreranno i tre candidati che avranno preso più voti nei circoli.

Silvia Di Virgilio