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De Leonardis a Don Michele: "Non ci hai mai amato"

Libero, finalmente libero. E’ questo l’inizio e la fine che dovrebbe avere, la lettera di commiato di Mons. Michele Carlucci alla Comunità di S. Nicola V. ed ai cittadini di San Salvo dopo quattro anni di ministero;

tutto pubblicato come al solito su un network locale, addirittura prima che la notizia fosse ufficializzata dalla Curia, invece di rivolgersi e parlare prima con la Comunità. In linea con il comportamento tenuto fino ad oggi: prima “ha fatto” poi “comunicato”.

Ma per poterne uscire al meglio, (le garantisco, sarebbe stata la migliore uscita) non avrebbe dovuto offendere di nuovo ed ulteriormente parte di questa Comunità.

Anche i Componenti del Comitato per la Ristrutturazione della Chiesa di S. Nicola V. in San Salvo hanno dovuto obbedire al nostro Vescovo, dicendo “SI”, accettando di discutere solo ed esclusivamente del nostro e del suo progetto e non sul suo ministero, e questo è avvenuto in tutti gli incontri (in primis quello del Gabri Park Hotel).

Mentre a lei un “SI” di obbedienza è mancato dicendo al suo Vescovo una bugia; e lei è un Monsignore mentre noi dei laici.

La Comunità l’ha ACCOLTA dal suo ingresso senza fare caso, con saggezza, alla sua storia, a ciò che di lei si diceva.

Ma lei non ha mai ACCOLTO la Comunità nel suo cuore.

Lei, come suo costume, alla prima intervista ad un network locale (su di una 126 gialla, si ricorda?) l’ha additata di ignoranza (non conoscere ABC del catechismo,.. non conoscere il significato del Credo) e ha dato il primo giudizio negativo sulla chiesa struttura.

Sicuramente le sue risposte e soluzioni sono state incisive, tanto da portare il numero annuo dei matrimoni, battesimi, comunioni, cresime ai minimi storici della comunità, così come per i gruppi di Azione Cattolica e delle attività culturali e sociali, incidendo sicuramente su questa Comunità e sulla sua esistenza.

Di lacrime è riuscito a farne versare tante; il sorriso ad alcune persone non è ancora tornato (ricorda gli insulti, da lei fatti, alle parrocchiane che avevano firmato per la ristrutturazione, alle z….. di sacrestia),ad altre non tornerà perché non sono più con noi.

Condividere ed essere compagni di viaggio significa anche dare disponibilità, presenza, comprensione, ascolto.

E’ vero…“non sono gran cosa, ma ho cercato di essere con tutti tutto quello che posso essere”; frasi estrapolate, ma che sono esattamente l’estrema sintesi del suo ministero in San Salvo.

Concordiamo, sinceramente, che quanto accaduto in questi ultimi tempi, narra di vicende che, purtroppo, di cristiano hanno ben poco.

Ma, la prego, con una scatto di sincerità, per onor del vero, senza bugie dica a tutti :-

  • Perché lei non ha mai abitato nell’appartamento per il Sacerdote a San Salvo?;
  • Quando le è venuta l’idea di costruire una nuova Chiesa?;
  • Nell’incontro del periodo natalizio più di due anni fa presso il ristorante “da Italia” la progettazione era stata già avviata?
  • Con chi ha visionato il terreno su cui doveva sorgere la nuova Chiesa?;
  • Da chi le è stata fatta la proposta di scambio di terreno per la realizzazione della nuova Chiesa?;
  • Cosa ha impedito la realizzazione del progetto?;
  • Il Consiglio parrocchiale degli Affari Economici le aveva dato parere negativo; perché lei al Vescovo ha dichiarato che tutta la comunità era consenziente?;
  • Quando è stato deciso di realizzare sullo stesso sito dell’attuale Chiesa, il progetto era stato già realizzato ed inviato alle Curia e conseguentemente a Roma per l’approvazione?;
  • Ha portato a conoscenza della Comunità di quanto stava avvenendo intorno alla Chiesa di S.Nicola da parte di una ditta e dei tecnici da lei incaricati?;
  • Alla data delle verifiche che si stavano effettuando aveva avvisato la comunità che il progetto da lei avanzato era stato approvato e finanziato dalla CEI?;
  • L’aveva posto alla visione della Comunità rendendola partecipe?;
  • E’ vero, che il progetto di realizzazione è pari a € 2.500.000,00 (reale costo dell’operazione) e non a € 800.000,00 come da lei prospettato in egual spesa di una ristrutturazione?;
  • E’ vero, che nel computo metrico i lavori per la demolizione venivano indicati in € 40.000,00 invece di € 400.000,00?;
  • E’ stata sua l’idea di chiamare i Vigili del Fuoco per permettere la chiusura con un’ordinanza del Sindaco?;
  • Perché non è stata fatta nessuna verifica sulla chiesa dopo le scosse sismiche dell’agosto e dell’ottobre del 2016 per poi dichiarare la pericolosità della struttura nel marzo del 2017?;
  • E’ vero che lei aveva promesso al Vescovo di firmare le carte che permettevano l’inizio dei lavori e la conseguente riapertura della Chiesa ed invece dopo una settimana si è rifiutato?.

Potremmo farle ancora altre e tante domande, ma come ci siamo accorti noi che qualcosa non era chiaro, qualcuno potrebbe ravvedersi, come già stanno facendo -sa il vento tira da un'altra parte- ed in ogni caso, come dice una saggezza popolare, “le bugie hanno le gambe corte”.

Sa qual è la nostra idea sul suo progetto… che lei non ha mai amato questa Comunità e che non amandola non poteva tener conto della sua maturità, della sua capacità di idee, movimento, organizzazione, operatività, di quel bacino di figure professionali, che avrebbe potuto aggregare e rendere partecipi, ma il suo “stare davanti agli altri le ha fatto dimenticare la Comunità, arrivando al ricovero senza il gregge perché non le interessava “quel gregge” “pecore, pecore e null’altro che pecore”, incapaci di capire il significato del Credo (ricorda?), incapaci di catechizzare, di cantare (come le galline), incapaci di Azione Cattolica, incapaci di decidere, INCAPACI.

Certo, la costruzione della Chiesa l’avrebbe tenuta impegnato nei prossimi anni, lei è bravo nelle costruzioni, mentre avrebbe lasciato dietro anzi avrebbe abbandonato (come è in fase di abbandono) la Comunità, tanto dopo sarebbe andato in pensione… .

Vogliamo pensare, che quanto scritto in grassetto sia lo sfogo di un momento di rabbia o delusione, come lei la vuol chiamare, con frasi e termini forse a lei usuali“mezzi sleali, calunnie, pregiudizi ,lettere aperte…veste elegante di lettere anonime, inganni per estorcere firme a persone ignare ed estranee”(ma continua ad insultare Monsignore?); Ma quanto innanzi scritto è quanto lei ha fatto con il suo progetto, per convincere persone e istituzioni.

Non abbiamo mai detto e ritenuto di aver vinto, nei nostri interventi si è sempre parlato di un percorso (non di battaglia, non è nel nostro costume) e il punto dove siamo arrivati è solo il primo ristoro. Il percorso continua e continuerà, sempre con maggiore impegno, insieme, con la maggiore partecipazione di professionalità e “persone diverse, tuttavia profondamente unite tra loro…..e non c’è altro modo di stare insieme se non accettando e valorizzando le nostre diversità”…(Commento al Vangelo di Don Michele Carlucci).

Noi sappiamo come lei si è comportato, la poca umiltà avuta nel volerci conoscere, le lacrime di molti per i suoi comportamenti, l'offenderci in pubblico,come fino ad oggi ha fatto, e in privato. E’sua la colpa della disgregazione della Comunità di S. Nicola perché il suo cuore non l’ha amata e lei con i suoi comportamenti lo ha dimostrato. E da questa ha ricevuto molto e dato molto poco e certamente ha tolto la gioia, lasciando tanta amarezza.

Se vergognarsi significa difendere le proprie idee, il proprio credo, il proprio passato e futuro, essere persone presenti nella società, capaci di esporre a parte di una comunità le proprie idee, di valorizzarle con essa e portarle avanti con e per 1.750 firmatari su carta ed altri centinaia tramite i social,proporre un percorso diverso, fatto senza alzare la voce, con toni bassi e termini pacati, senza offendere nessuno, senza aver mai chiesto l’allontanamento del Sacerdote, senza minacciare, ma dialogando e convincendo con una partecipazione volontaria e gratuita, per poi essere offesi, calunniati, passati per estorsori...ma la nostra educazione cristiana ci ha insegnato anche a perdonare: “ma pazienza, la storia, che dà sempre ragione alla verità, ci insegna anche questo”. Ci riteniamo fieri di quanto fatto e non ci vergogneremo a ripeterlo.

Per quanto sopra e vissuto in questi mesi crediamo che la sua sostituzione non sia altro che il frutto di quanto lei ha seminato. Grano porta grano, zizzania porta zizzania.

Tanta amarezza noi la viviamo da più di due anni ed in particolare dalla data di chiusura della Chiesa (sempre grazie a lei); speriamo di riavere la Chiesa al più presto e certamente non tra decenni, che la gioia, il sorriso, la pace, la comprensione, l’amore, possano tornare in forme e modi prorompenti nella Comunità di S. Nicola V. in San Salvo.

Ha fatto sue, solo oggi, alcune parole di S. Paolo (anche se ci sembra eccessivo) che, se fossero state alla base del suo ministero sin dal primo giorno, crediamo nulla sarebbe successo; ma per lei ormai è acqua passata, mentre per noi è un lavoro che continuerà (sempre grazie a lei).

Certamente non la dimenticheremo.

CORRADO DE LEONARDIS in qualità di portavoce del “COMITATO PER LA RISTRUTTURAZIONE DELLA CHIESA DI S. NICOLA V. in SAN SALVO”