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La battaglia sui mini-bot

I mini-bot sono stati ideati con l'intendo di saldare il debito (circa 60 miliardi) che molte imprese vantano nei confronti dello Stato per lavori eseguiti e mai pagati. 
I mini-bot potranno essere utilizzati, da chi volontariamente li accettasse, per pagare le tasse con pari valenza con l'euro

(es. 20 mini-Bot = 20 euro) e per pagare qualsiasi acquisto, ma solo se il venditore li accetta.“Quelli della critica ad ogni costo”, insieme al Presidente della BCE Draghi, dicono che se è possibile usarli anche per fare acquisti allora sono moneta e pertanto non si possono creare perché i trattati europei lo impediscono. A tal riguardo basti, come confutazione, considerare cosa succede da anni in Italia con i buoni pasto emessi da molte aziende private: tutti i supermercati e non solo li accettano liberamente come buoni di acquisto. Sembra un vero assurdo che i buoni emessi da privati possano circolare liberamente in Italia, mentre quelli emessi dallo Stato no.
I mini-Bot hanno una valenza fiduciaria (tutti sono liberi di accettali oppure di non accettarli), non possono essere cambiati in euro o in qualsiasi altra valuta, non posso circolare fuori dall’Italia, non hanno scadenza. Mentre una valuta per essere tale deve essere obbligatoria (nessuno può rifiutarsi di accettarla), deve essere scambiabile con altra valuta, non deve avere scadenza. Pertanto i mini-bot, non possedendo i requisiti previsti, non possono essere considerati una valuta.
“Quelli della critica ad ogni costo", insieme al Presidente della BCE Draghi, dicono ancora che se non è valuta, allora è debito e l'Italia, per i trattati europei, non può superare il 3% (che in realtà si riduce al 1,6% secondo il sistema di calcolo previsto in detti trattati) e, quindi, l'Italia non può emetterli.
E’ evidente però che con i mini-bot il debito non aumenta (perché i circa 60 miliardi a cui ci si riferisce sono già registrati come debito nella contabilità dello Stato) e nemmeno diminuisce, ma viene semplicemente spostato da un capitolo ad un altro nella contabilità dello Stato. Perciò non può essere considerato un aumento di debito.
Altri dicono ancora che con i mini-bot si persegue un tentativo di riappropriazione, anche se in parte minima, della sovranità monetaria nazionale. E se anche fosse, qual è il peccato? Forse quello di intaccare lo status quo che dà il potere di vita o di morte sull’Italia al potentato bancario-finanziario internazionale? La Germania e la Francia non hanno mai rinunciato del tutto alla loro sovranità monetaria.
La prima proposta articolata per fare fronte alla necessità di finanziarsi per pagare debiti senza l’onere degli interessi è nata nell’ambito di economisti di sinistra, con la pubblicazione da parte della rivista di Piero Sansonetti, Micromega-online dell’E-Book di 281 pagine: “PER UNA MONETA FISCALE GRATUITA -COME USCIRE DALL’AUSTERITA’ SENZA SPACCARE L’EURO-” L’E-Book, molto utile per capire come funziona il mondo della finanza, è stato pubblicato nel Giugno 2015 ed è ancora scaricabile gratis all’indirizzo: http://download.kataweb.it/microm…/monetafiscalegratuita.pdf 
Tutti, anche quelli che oggi l’avversano ferocemente, quando erano al governo della Nazione, hanno cercato di trovare una via di uscita dalla stretta economica imposta dai vincoli europei, pensando a qualche forma di emissione di titoli da parte dello Stato.
Oggi non si discute della effettiva validità dei mini-bot, se abbiano bisogno di aggiustamenti nella loro formulazione oppure no, se siano un bene o un male per l’Italia, oggi l’argomento è diventato un discrimine politico: tutta l’opposizione, tutta la Confindustria, compreso il Ministro Tria (con grave contrasto in seno al governo) sono contro i mini-bot senza nulla aggiungere. 
Ma non è Stato sempre così: cercare di pagare i debiti dello Stato con emissioni di titoli più o meno simili ai mini-bot è stato proposto anche da Corrado Passera quando fu ministro del governo Monti e da Bersani nel 2013 ed in ambedue i casi ci fu l’assenso di Confindustria. E Berlusconi disse persino che non sarebbe stata una bestemmia se l’Italia fosse uscita dall’euro per tornare a una sua moneta, nel caso in cui la BCE non fosse diventata una banca garante del debito pubblico europeo.
Oggi la vera posta in gioco è se l’Italia abbia o meno il potere di gestire a casa sua una piccola parte del suo debito (60 Mld su 2350), magari anche sbagliando, oppure il potere è tutto nelle mani straniere ed è talmente totalizzante da non permettere nemmeno un solo piccolo respiro autonomo alla nostra Italia. Se così fosse a cosa servono le elezioni, i governi, i ministri, i presidenti della Repubblica e tutti i politici che forse, per non apparire servi e inutili, fingono di condividere le idee e le proposte del padrone esterno. La Grecia insegna!

Carlo Cardarella

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