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“GLI EBREI SONO MATTI”, in scena lo spettacolo per la giornata della memoria

SAN SALVO | L’Associazione Teatrale creatiVita celebra la Giornata della Memoria con il terzo appuntamento in cartellone per la Stagione Teatrale a San Salvo venerdì 25, Sabato 26 e Domenica 27 Gennaio al Teatro Centro Culturale “A. Moro” 

 

Stefania Pascali e Luigi Cilli presentano, al pubblico di abbonati e non, la pluripremiata pièce “Gli Ebrei sono matti” messa in scena dalla Compagnia “Teatro Forsennato” da Roma, con Dario Aggioli, anche autore, che divide il palco con Daniele Giuliani.

Il trend di presenze in teatro, che registra una costante crescita, unito all’interesse vivissimo verso la tematica di valenza storica, monito sempre attuale nello sguardo al futuro, fan si che si suggerisca al pubblico di acquistare i titoli di ingresso in prevendita, per evitare malauguratamente di incappare in un sold out che non permetterebbe l’ingresso per vedere lo spettacolo.

Per acquistare i biglietti, al prezzo di 10 euro, occorre recarsi al foyer del teatro Centro Culturale “A. Moro”, dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19. Info 327.3220055 oppure 389.5826842.

Scheda spettacolo nella pagina seguente

SCHEDA

 

Compagnia “Teatro Forsennato”

Gli Ebrei sono matti

·        Premio Giovani Realtà del Teatro 2011

·        Premio Festival Anteprima 89 - edizione 2012

·        Menzione Speciale al Premio TUTTOTEATRO.COM alle arti sceniche “Dante Cappelletti” 2010

·        Finalista Roma Fringe Festival 2015

·        Premio Miglior attore Roma Fringe Festival 2015

Con

Dario Aggioli, Danile Giuliani

costumi e scene

Arianna Pioppi, Medea Labate

maschere realizzate in gioventù da

Julie Taymor

organizzazione

Carla Damen e Diana Cagnizi

assistente alla regia

Diana Cagnizi

aiuto regia

Eleonora Leone, Elisa Carucci

ideato e diretto da

Dario Aggioli

Spettacolo dedicato alla memoria del Prof. Ferruccio Di Cori.

 

SINOSSI

Durante il ventennio fascista, Enrico viene ricoverato in un manicomio vicino Torino, lontano dai suoi cari, dalla sua città e dai discorsi del Duce, da lui tanto amati.

Ferruccio ebreo romano costretto a fuggire, viene ricoverato nello stesso manicomio sotto un altro nome: Angelo. Il professore che dirige la casa di cura per insegnargli a comportarsi come un malato di mente, lo mette in stanza con Enrico, uno dei più innocui tra i degenti. Ferruccio per imparare ad essere un altro, si confronta con Enrico che non riesce ad essere più se stesso da tempo.

Un matto vero fascista e un matto falso ebreo raccontano la tragedia delle leggi razziali attraverso la comicità della situazione.