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“Unione per Vasto” invita gli elettori a votare si al referendum

VASTO | Continua in tutta Italia il dibattito pubblico e politico sul referendum del 17 aprile sulle trivelle promosso da nove Regioni per eliminare la norma che consente alle società petrolifere, già in possesso

delle relative

concessioni, di richiedere ulteriori proroghe ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marittime (22,2 km) dalle coste italiane fino all’esaurimento del giacimento. Il direttivo della lista civica Vastese “Unione per Vasto” guidata dall’avvocato Peppino Tagliente si è riunito nella sede di Via D’Annunzio per discutere e approfondire nel merito sulle tematiche poste dal quesito referendario che di fatto potrebbe aprire la strada alla perforazione indiscriminata dei fondali dei mari Italiani alla ricerca di gas e petrolio da parte delle compagnie petrolifere. Nonostante il richiamo e l’allarme su scala planetaria da parte degli scienziati in merito ai rischi e ai danni irreversibili prodotti dal surriscaldamento del pianeta, con l’uso dei combustibili fossili, e agli impegni assunti a Parigi nella conferenza internazionale sul clima, il Governo Renzi, con la complicità di alcuni presidenti di Regione tra cui Luciano D’Alfonso, vuole consentire alle lobbies del petrolio di bucherellare i fondali nel nostro mare in spregio alle richieste e alla contrarietà delle popolazioni locali espressa attraverso la nascita spontanea di comitati cittadini che continuano a lottare democraticamente per difendere l’ambiente, la vita, la biodiversità. Il direttivo della lista civica vastese di centro destra, all’unanimità, ha invitato i vastesi a votare “SI” in massa al referendum per abrogare la norma che permette alle attuali concessioni di estrazione e di ricerca di petrolio e gas entro le 12 miglia dalla costa di non avere più scadenze. “I rischi ambientali sono enormi – afferma il Prof. Nicandro Gambuto docente di Scienze del Liceo Scientifico “R. Mattioli” di San Salvo che ha illustrato al direttivo le ragioni del SI – I danni causati da eventuali incidenti, potrebbero essere enormi. La fauna marina rischia l’estinzione. Per ricercare gli idrocarburi viene infatti utilizzata una tecnica denominata air-gun, cioè spari di aria compressa che generano onde che “leggono” il sottosuolo. L’air-gun potrebbe inoltre provocare la subsidenza, vale a dire l’abbassamento della superficie del suolo. Studi norvegesi affermano che intorno alla sorgente sonora il pescato diminuisce del 50%. Inoltre, le trivellazioni rilasciano nell’aria sostanze nocive come l’idrogeno solforato e i nitrati. E’ necessario puntare su scala internazione e quindi anche sul nostro territorio alla produzione di energia da fonti rinnovabili e dire no a tutti gli insediamenti nocivi per l’ambiente e per la salute dei cittadini”. “Con l’estrazione di una limitata quantità di petrolio di scarsa qualità- ha affermato il leader di Unione per Vasto Tagliente- si mettono in pericolo la nostra salute, le nostre coste, il nostro mare, la fauna, il turismo, la pesca sostenibile. Dobbiamo partecipare in massa al referendum e votare SI. E’ un’occasione per riaffermare la democrazia e le ragioni dell’ambiente. Dobbiamo puntare sulla salvaguardia del nostro mare, sul turismo e sullo sviluppo ecosostenibile punti di forza imprescindibili per rilanciare l’economia e il benessere dell’intera comunità. Non c’è più tempo da perdere”.

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