Vasto - News

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Lettera aperta Marco di Michele Marisi

Non avevo ancora la maggiore età, quando ho sentito dentro di me la voglia, l’entusiasmo, il bisogno di dover contribuire a costruire il futuro di questa città, di questo territorio, della mia generazione ma anche di quelle prima e di quelle che verranno.

L’egoismo è un sentimento che non mi appartiene, ed ho sempre inteso la Politica come l’antitesi dell’egoismo, quando questa è la più straordinaria forma di impegno civile. 

Dal 2006 di anni ne sono passati, di battaglie ne ho portate avanti, ho visto vittorie e sconfitte, ho vissuto momenti esaltanti e periodi nei quali tutto sembrava andare per il verso sbagliato; ma la passione è rimasta la stessa, se non di più, e l’affetto per questa città e per la sua Comunità sono cresciuti di giorno in giorno, come quando aumentano i battiti del cuore. Ho cercato in questi lunghi ed intensi quindici anni di spendermi ogni giorno per raccontare quello che in città non andava e non va, ma anche e soprattutto per costruire proposte ed alternative che riuscissero e riescano ancora a dare una visione di Vasto, di cui c’è grande bisogno; mi sono rimboccato le maniche perché non fossero solo le parole a raccontare il sogno di un modo diverso di fare Politica, ma anche i fatti, a dimostrare che qualcosa di altro è possibile: sono stato dalla parte degli ultimi e continuo a farlo con la battaglia sui testi scolastici, ogni anno, e difendendo i diritti di chi da solo non riesce, tutti i giorni; sono stato dalla parte di tutti i cittadini onesti, degli imprenditori coraggiosi, delle aziende, con gli stessi occhi con i quali si guardano i propri figli. Al partito, oltre che alla città, credo di aver dato gli anni più belli della mia gioventù, rinunciando a tutto quello che un ragazzo “normale” fa, perché ho sposato l’idea di contribuire a costruire una classe dirigente che potesse restituire dignità a questa terra. 

Ma ci sono dei momenti nella vita di ognuno nei quali, soprattutto rispetto ad un percorso lungo ed appassionato, si sente la necessità di voler fare ancora di più la propria parte. In prima persona. Mettendoci faccia, coraggio, e un pizzico di follia. “Sporcandosi” le mani. A maggior ragione quando vedi che tutt’intorno c’è bisogno dell’impegno di tanti, anche del tuo; c’è bisogno di chi davanti ad ogni cosa mette il cuore, col quale ogni ostacolo viene superato. A chiamare è il cuore, appunto, non altro. A chiamare sono i colori della città, quella nella quale sono nato, cresciuto e per fortuna sono potuto restare. Ma non per tutti è stato così, non a molti altri è data questa possibilità. Purtroppo. E allora senti la chiamata, senti di dover in qualche modo restituire la tua fortuna alla Comunità, perché ognuno possa avere la possibilità di vivere nella propria città. E viverci meglio di oggi. Così come tanti altri cittadini, che si sono aggiunti nel corso della storia recente o meno, devono sentire propria questa terra. 

I colori di Vasto non sono i colori di tutte le città, così come gli scorci mozzafiato, i paesaggi che se li guardi senti un brivido dietro la schiena, i profumi della tradizione, i vicoli della storia. Vasto è tutto, ma ha bisogno di tanto. Ha bisogno di una spinta, di un sentire comune, che vengano riannodati innanzitutto i fili della propria Comunità per fare squadra, perché sia forte e bella. Più bella. 

Ed è proprio da queste considerazioni, riflettute, certo, ma scritte col cuore, che sento oggi il bisogno, ma anche la responsabilità di fare qualcosa di grande per questa città. Di scendere nell’agone in prima persona. Non è una scelta a cuor leggero, ci ho riflettuto per un anno intero, perché so cosa significa amministrare; so cos’è il peso di una responsabilità, ma so anche che questi sono gli anni in cui la forza, il coraggio e quel pizzico di follia di cui c’è bisogno, ti accompagnano sempre senza mai lasciarti. 

Tutto ciò, però, non voglio farlo da una posizione di forza quale può essere quella di segretario cittadino del secondo partito del centrodestra, ma sento la necessità di doverlo fare con umiltà, mettendo il mio nome a disposizione innanzitutto della città, del partito nel quale milito e della coalizione di centrodestra. Di tutti gli uomini e le donne della nostra straordinaria Comunità. Spogliandomi della veste di segretario cittadino di Fratelli d’Italia.

Per queste ragioni, nella giornata di oggi, ho rimesso nelle mani del Coordinatore provinciale del partito di Giorgia Meloni, del Coordinatore regionale e dunque di tutta la Comunità del movimento politico, il mio ruolo di segretario, incarico che ricopro dal 2013. 

A loro, ad ognuno di loro, in assoluta serenità, chiedo di valutare il mio entusiasmo, la mia passione, le mie capacità per poter guidare questa città.

Sant’Agostino scriveva: “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per le cose come sono e il coraggio per cambiarle”.

So che la mia non è più l’età per aspettare, è l’età per fare. Perché Vasto non può aspettare.

Buon lavoro a voi, a noi, a me.

Marco di Michele Marisi

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