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LAssociazione Vastese della Stampa 1957 piange la scomparsa di uno dei suoi padri fondatori, la sua guida per oltre un trentennio.

Peppino Catania ci ha lasciati.

Il decano dei giornalisti vastesi è partito per il suo ultimo viaggio portando con la suaprofessionalità, la competenza, il rispetto per la deontologia, qualità che nel corso degli anni ha trasmesso a tutte le nuove leve del giornalismo vastese e non solo.

Perché Peppino per oltre 25 anni, dal 1957 al 1983, è stato corrispondente de Il Tempe nel corso della sua lunga carriera ha collaborato con numerose testate locali, regionali e nazionali ed ha rappresentato un faro per la professione fino ad essere eletto per due legislature in seno al Consiglio regionale dellOrdine dei Giornalisti dAbruzzo.

A noi che lo abbiamo conosciuto, amato, stimato mancheranno i suoi modi cordiali, i suoi sorrisi, i suoi aneddoti, il suo amore viscerale per lanostra città che lo ha accolto intempo di guerra e della quale, per oltre 70 anni, fino agli ultimi giorni che lo hanno reso possibile, ha raccontato splendide pagine di cultura e ricerca storica.

Da grande uomo di cultura qualera,trasformava spesso linformazione in saperee la comunicazione in divulgazione. Toni sempre sobri, appassionati, oggettivi, ricercati. Insomma una forma di giornalismo serio, senza compromessi e sempre con una prospettiva civica, culturale e di crescita.

Molti lo hanno ricordato come un signore daltri tempi, noi dellAssociazione piace ricordarlo come un signore in ogni tempo.

Ciascuno di noi ha un ricordo personale con Peppino e questo significa che la sua vita noè trascorsa inutilmente, ma si sia semprespeso per il prossimo, e non solo per informare, ma spesso per formare ed educare.

La sua attività giornalistica è statlincipit della odierna storia di tanti aspetti della vita sociale, culturale ed economica della Nostra Città.

Io stesso- afferma il Presidente dellAssociazione, Avv. Giampaolo Di Marco - ho fatto ricorso alle sue inesauribili fonti storiche, non solo di carattere giornalistico, quando sono stato chiamato da una rivista giuridica a scrivere la storia del Nostro Tribunale. Gli sono grato per avermi accolto nella Sua casa di Via Pampani, da giovane giurista e da piccolo giornalista. Quel giorno lo porto con me con un momento di grande insegnamento, soprattutto per laffetto e la passione con la quale mi ha tenuto incollato alla sedia a scrivere a mano la storia di un pezzo della Nostra Città..

Peppino se ne è andato e da oggi siamo tutti più poveri.Sarà semprericordato, ma sarà ancor più utile provare ad imitarlo, accrescendo i suoi insegnamenti e diffondendo i suoi metodi, mai fuori dal tempo che si vive.

DallAssociazione giunge anche la voce di Luigi Spadaccini, consigliere regionale dellOrdine dei Giornalisti dAbruzzo. In certi momenti è davvero difficile trovare delle parole giuste, soprattutto quando ci si trova ad esprimere il proprio dolore. Peppino non è più tra noi: così, con la voce rotta dalla commozione, lamico Nicola DAdamo mi ha comunicato la scomparsa di Peppino Catania. Il Cavaliere, però, ci mancava già da un po, eccome. Perché questi ultimi sono stati anni durissimi per il suo cuore e per il suo animo e durissimi per noi che, oltretutto, siamo stati impossibilitati a fargli visita, a strappargli un sorriso, una carezza, a riceverne in dono un nuovo aneddoto. Ho conosciuto Peppino a metà degli anni 80 quando frequentava gli studi di TRSP e da allora i nostri rapporti sono sempre stati allinsegna del rispetto reciproco, della stima, dei sorrisi, della cordialità. Quando ci incontravamo avevamo modo sempre di confrontarci sui temi del giornalismo, della città, mi parlava di cultura locale, mi raccontava storie e storielle. Avevamo maturato un rapporto tale che ci ha portato finanche a condividere lidea di riportare un vastese in seno al Consiglio regionale dellOrdine dei Giornalisti e di attualizzare lAssociazione Vastese della Stampa che per tanti anni si era adoperato per tenere in vita. Due obiettivi raggiunti con il suo sostegno e quella tenacia che lo contraddistinguevano. Oggi lAmico Peppino non cè più. Quelluomo minuto, dal deciso carattere siculo ammorbidito dalla brezza marina del Golfo dOro, quelluomo che va considerato un pilastro del giornalismo e della cultura vastese che ha raccontato per oltre 70 anni se ne è andato in silenzio, lontano da tutto e da tutti e questo ci addolora ancora di più. Non lo vedremo più passeggiare per le vie di quel centro storico cui aveva dedicato tante battaglie giornalistiche, con la sua pila di giornali sotto il braccioe le rinomate buste recanti i suoi articoli scritti ancora con quella Olivetti Lettera 32 acquistata dal suo amico Mimì Di Egidio. Non lo vedremo più stringere mani, dedicare del tempo a tutti, una parola per ognuno, un sorriso, un richiamo. Da oggi siamo tutti più poveri. Ciao Peppino. Ci mancherai. Mi mancherai.

Con il cuore ricolmo di dolore a Peppino rivolgiamo il nostro affettuoso pensiero di gratitudine; alla famiglia tutta, in primis i fratelli Franco e Totuccio, la nostra vicinanza sentita.

Ciao Peppino. Ci consola in parte il saperti nuovamente lietovicino alla Tua amata moglie.

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