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Quasimodo “Missionario di poesia” - Il figlio del Nobel della letteratura a Vasto per i Giovedì Rossettiani 2018

Buona la prima per i Giovedì Rossettiani 2018. Alessandro Quasimodo, figlio del Premio Nobel, ospite a Palazzo d’Avalos inaugura il ciclo di eventi con il reading Quasimodo Operaio di Sogni da attore e regista, consegnando un ritratto del padre

che passa per la voce della poesia e del teatro. Un ‘legame’ diretto di sangue e di emozioni attraverso il racconto di Quasimodo che legge, interpreta, fa rivivere versi tra i più significativi della poesia del Novecento. Il racconto si arricchisce di episodi inediti: la fuga del padre da una Milano sotto bombardamenti nell’agosto ’43, le passeggiate notturne per inseguire una passione ancora acerba ma già ardente per la donna che sarà sua madre, Maria Cumani, la cattedra di letteratura che ottenne per fama, non per titoli, l’insegnamento che perseguì in casa propria nonostante il veto nazista. E poi le foto di famiglia - l’orologio a fiori dipinti, l’abbraccio con suo padre dopo la consegna del Nobel, la brigata degli amici di sempre, gli amati Navigli a Milano- e i ricordi che diventano didascalie viventi del momento creativo. La voce incanta la platea con Lettera alla madre, Vento a Tindari, Confessione, Alle fronde dei salici, Uomo del mio tempo, L’alto veliero: Quasimodo ripercorre a ritroso le gioie e i momenti di crisi di un uomo che visse sempre assecondando la passione, che “fuggì di notte con un mantello corto e alcuni versi in tasca” dalla sua amata Sicilia per scrivere alcune tra le più belle pagine della nostra storia letteraria. Alessandro Quasimodo è il più autorevole e prezioso custode dell’eredità del padre, il suo racconto affascina perché sincero, mai lusinghiero: ne emerge il ritratto di un uomo che ha consacrato la sua vita al ricordo del padre poeta e ha viaggiato in tutto il mondo andando nei luoghi più remoti da “missionario della poesia”, come si è definito egli stesso.

Emozionante lo scorrere delle immagini inedite della cerimonia di Consegna del Nobel del 1959 avvenuta in italiano, lingua che il re di Svezia conosceva bene, come particolarmente toccante è rivivere insieme al figlio la quotidianità di un rapporto a volte conflittuale, a volte malinconico e nostalgico.  «Ricordo che per le vacanze di Natale il professore ci chiese di scrivere un sonetto. Un trauma per me. Tornato a casa chiesi a mio padre - chi meglio di lui? - di aiutarmi e lui da uomo del Sud mi disse: “Poi vediamo”. Poi vediamo per dirmi che non se ne sarebbe fatto nulla. Alla fine, dopo molte insistenze, a mezzanotte della sera prima, perché per lui quello era l’orario giusto, lo scrivemmo. Il professore valutò quel sonetto con un 8! Un buon voto, ma nulla di che per me che avevo sempre voti alti. Il professore non seppe mai di aver valutato mio padre, non me!». Con i saluti di benvenuto il Prof. Gianni Oliva - Direttore del Centro Studi Rossettiani - ha sottolineato l’importanza della poesia in un mondo spregiudicato per cui l’unica logica vincente è quella di mercato. “Un’edizione questa, ha aggiunto, con la quale la poesia ritorna nello spazio che le è proprio, il teatro”. A questi si sono aggiunti i complimenti per la manifestazione di Carmine Catenacci, professore di Letteratura greca all’Università di Chieti e ora Direttore del Dipartimento di Lettere, che ha ricordato il ruolo di Quasimodo quale traduttore dei classici greci e di Giuseppe Forte, Vice Sindaco e Assessore alla cultura del Comune di Vasto, che ha sottolineato l’importanza che i Giovedì Rossettiani ricoprono da ben dieci anni per la Città di Vasto. “Un impegno - ha aggiunto - condotto con grande professionalità, che va oltre le polemiche che il settore Cultura subisce indegnamente. E la partecipazione numerosa di pubblico, di studenti e insegnanti presenti qui oggi ne è la più bella conferma”.

Il secondo dei Giovedì Rossettiani a Teatro Rossetti il 12 aprile alle ore 21. Protagonista della serata Franco Arminio, “uno dei poeti più importanti del nostro paese”, come lo ha definito da Roberto Saviano.