Editoriali

boschetti antonio

La riduzione dell' offerta politica e oltre

SAN SALVO |  Sono state tutte presentate stamattina alla segreteria del Comune le liste dei candidati per le elezioni del prossimo undici giugno. Ciò che emerge in modo netto ed evidente è la notevole riduzione dell’offerta politica,

che si sostanzia quantomeno quantitativamente in ciò che elenchiamo di seguito:

Cinque anni fa i candidati sindaci erano 5; quest’anno sono 4.

Cinque anni fa le liste elettorali erano 12; quest’anno sono 10, di cui 9 complete ed una di 11 candidati;

Cinque anni fa i candidati alla carica di consigliere comunale erano 192; quest’anno sono 155.

Cinque anni fa le liste di partito erano 8 (+ 4 civiche); quest’anno c’è una sola lista di partito (con 9 civiche).

Cinque anni fa tra in lizza c’erano un ex deputato e tre ex consiglieri regionali; quest’anno due ex consiglieri regionali.

Cinque anni fa in lizza c’erano 23  ex tra consiglieri comunali ed assessori; quest’anno gli ex sono 21.

Cinque anni fa l’unico segretario provinciale di partito in carica era candidato; quest’anno l’unico segretario provinciale che vive a S. Salvo è fuori dai giochi politici locali.

Cinque anni fa in lizza c’erano 2 ex sindaci; quest’anno nessuno, tranne il sindaco uscente e ricandidato.

Cinque anni fa si presentava un movimento in ascesa sul piano nazionale; quest’anno le 5 Stelle sono fuori.

Questa oggettiva riduzione dell’ offerta politica può voler dire che è in corso un ricambio generazionale, che, per la verità, già si era visto nel 2012, allorquando tra i cinque candidati sindaci uno solo era nato negli anni ’40, mentre gli altri 4 negli anni ’70 ed ’80. Il ricambio è attestato anche dall’uscita di scena di due ex sindaci. Ma anche da altri fattori. Per esempio, nella coalizione di Osvaldo Menna l’unico che abbia ricoperto cariche pubbliche è lui medesimo; tra i 49 di Gennaro Luciano solo 3; tra i 33 di Angelucci solo lui stesso e Di Lallo. La coalizione con più ex amministratori è quella di centrodestra: su 49 candidati ne schiera ben 15 (quasi 1 su 3) con pregressa esperienza amministrativa (7 di loro negli ultimi 5 anni e 8 anche negli anni passati).

Da questi numeri si evince che il rinnovamento generazionale è più a sinistra che a destra. Infatti, il messaggio che arriva da Menna ed Angelucci è di totale rinnovamento (tranne che per gli apicali). Quello che arriva da Luciano è meno decifrabile, poiché, dopo aver vantato il rinnovamento per l’uscita di scena dei Cilli & Mariotti, il Pd candida capolista l’ex assessore Valentino Paganelli e vice capolista l’ex presidente del Consiglio comunale Gianni Mariotti e mette addirittura in lista l’ ex capogruppo Dc ed ex assessore regionale della Margherita-Pd, Antonio Boschetti. La cui candidatura ha già indotto il collega Dolce a parlare di colpo di scena, piazzandolo fin da ora al centro della campagna elettorale. Può essere che, stante la oggettiva e sopra evidenziata riduzione dell’offerta politica, il Pd abbia deciso di presentare il proprio leader per polarizzare, nel bene e nel male, le attenzioni degli elettori. Del resto la campagna elettorale di Luciano era stata comunicativamente  aggressiva fin dall’inizio con lo slogan sui due nomi per San Salvo (poi parafrasati con Boschetti-Mariotti), l’insistente presenza mediatica, la scelta di Sebon per il telegennaro, il liet motiv  sulla sicurezza ed infine il colpo di scena boschettiano. A fronte del messaggio forte della Magnacca (che presenta un “vecchio”  su 3 ed è sindaco uscente) ed a fronte della politica “corsara” del Pd, la linea di Angelucci è di taglio basso, propositiva, dialogante, non dirompente, mentre quella di Menna è puntata sostanzialmente sulla sua persona. Vedremo chi seguiranno gli elettori.                              

Ods