Editoriali

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La prima campagna elettorale social della storia sansalvese

SAN SALVO  | E’ ancora un caso di studio, nelle facoltà di scienze politiche e di scienze della comunicazione di tutto il mondo, la prima campagna elettorale fatta con l’ausilio della tv negli Stati Uniti: 1960 Nixon contro Kennedy.

Vinse quest’ultimo anche (e soprattutto) perché bucava il video, appariva più giovane, dinamico e fresco nel confronto televisivo. Quella campagna elettorale cambiò la percezione degli elettori sul presidente, che prima di allora veniva valutato dalle grandi masse solo dalla voce radiofonica o nei raduni delle città. La tv portò i candidati presidenti in tutti le case, li rese famigliari e quelli che bucavano il video (avendo empatia e simpatia) venivano scelti prima e più che per i contenuti delle loro proposte. Del resto la “genialità” di Berlusconi, ancora studiata dai massmediologi, produsse molti voti quando pulì la sedia di Travaglio. Il quale “regalava al pseudo-nemico” un recupero inaspettato, ma, insieme a Michele Santoro, rastrellava milioni di telespettatori per la piccola emittente La7, che avrebbe certamente inciso sul risultato elettorale. Se volessimo tornare indietro, dovremmo ricordare quanta genialità (e conquista di voti) c’era stata nel contratto con gli italiani firmato dallo stesso Berlusconi a Porta a Porta. Ai nostri tempi, invece, va rilevata la genialità di Grillo e Casaleggio, creatori di un movimento politico dal nulla, attraverso la rete, internet ed i social e senza l’ausilio dei grandi giornali (l’endorsement di Mieli nel 2006 non portò fortuna a Prodi) e men che meno delle tv del Cavaliere. Se questi sono esempi (americani o italiani) sull’ incidenza delle tecnologie di comunicazione nei risultati elettorali nazionali, ora vediamo l’ incidenza delle stesse tecnologie nei risultati locali. Nell’ultima campagna elettorale un manager importante di centrosinistra da acuto osservatore mi disse: “Capii che Mariotti non avrebbe avuto storia, quando lo vidi nel tuo primo Chi c’è, c’è…lui coi capelli bianchi in mezzo a quattro ragazzi”. Certo Mariotti nei miei dibattiti sapeva difendersi ed usava argomentazioni molto interessanti, grazie alla sua esperienza eppure non arrivò al ballottaggio (anche se ho sempre ritenuto il suo 18% un risultato non trascurabile, stante l’isolamento del suo partito rispetto al resto del centrosinistra). Ma sicuramente l’isolamento che pesò di più fu quello anagrafico fra altri candidati sindaci (di una o due generazioni dopo la sua). Tale isolamento –com’è noto – è stato reso ancor più evidente nei dibattiti sul web. Non saprei stimare quanto questo abbia spostato in termini elettorali, ma è certo che esso ha influito.  

Venendo all’oggi, Donato Di Rito ha scritto di “Quando le campagne elettorali erano momenti di aggregazione, cultura, socializzazione, amicizia, scontro e confronto di idee. Le sezioni aperte con bandiere sventolanti, Via Roma, Corso Garibaldi, Piazza San Vitale, Piazza Papa Giovanni e la Villa comunale piena di gente. I contadini tornavano prima dalla campagna. La voglia di capire, informarsi, partecipare era tanta…”. Io ho qualche anno di meno, ma ricordo bene ciò che racconta. Però non condivido che oggi non ci sia più voglia di capire, informarsi, partecipare. Semplicemente non c’è più sotto un palco, poiché un’intervista on line viene vista dal quadruplo delle persone che vanno al comizio dello stesso intervistato. E ancora, chi ci dice che quando sul pc di casa o sul telefonino il sansalvese si mette ad ascoltare un candidato non si fa un’ opinione più di quando andava in sezione ?  I numeri delle visualizzazioni sui nostri siti ci consentono di dire che questa è per davvero la prima campagna elettorale che viaggia sui social. Sicuramente i candidati girano per le case. Sicuramente i voti verranno dati a chi promette posti e prebende, a chi viene giudicato un bravo amministratore, a chi è parente, a chi fa parte del proprio schieramento. Ma non trascurerei il peso che avranno i social, né i dibattiti cui danno vita le opposte tifoserie e men che meno il risveglio di quella maggioranza silenziosa, che non vedi mai per San Salvo, ma di cui leggi i commenti su facebook. Se l’altra volta, incidenza ebbero quei primi confronti nei Chi c’è, c’è (in cui c’erano tutti), stavolta è probabile che incideranno facebook e le interviste dei singoli candidati.

Qualcuno mi chiede previsioni. I sondaggi non ci pigliano neanche quando fatti scientificamente, figuriamoci a naso. Posso dire, però, che la previsione fatta stimando la forza elettorale dei singoli candidati sui dati storici racconta di una partita aperta. Tuttavia, va precisato che sono determinanti molte variabili: la forza persuasiva delle personalità del sindaco uscente e dei suoi competitor, il ritorno di candidati potenti, l’assenza di candidati storici, l’incidenza, appunto, dei social per la prima volta con questo livello di diffusione. Variabili, queste, non studiate e quindi non stimabili elettoralmente. Infine, se quanto accade in rete non cambierà il risultato elettorale, quanto meno ne orienta le argomentazioni. E’ probabile, per esempio, che l’ultima manifestazione di Angelucci sulla pista ciclabile susciti reazioni nel campo avverso e diventi motivo di aspro dibattito. Chi scriverà la storia elettorale nei prossimi anni avrà come  case study i social, al pari degli  storici che ebbero il dibattito Nixon – Kennedy nel 1960.

                                                                                                                      Ods