Editoriali

rosetta dacciaro

Quante Rosette  ci sono ancora a San Salvo?

SAN SALVO | Cosa è accaduto alle ultime elezioni sansalvesi ? Tecnicamente gli analisti politici direbbero che è notevolmente aumentata la mobilità dei flussi elettorali e che, per l’effetto, si è altrettanto notevolmente ridotto

il voto di appartenenza. Per farci capire, noi diciamo che le Rosette sono rimaste poche. Rosetta è una nostra amica, sansalvese che è stata sempre coerente ed ha sempre votato a sinistra. Beninteso, discorso analogo vale per uno/a che ha sempre votato a destra. Quanti sono quelli che, come Rosetta, hanno sempre votato dalla stessa parte ? Facciamo un piccolo conteggio, senza considerare il turno di ballottaggio, che è basato proprio sulla mobilità elettorale. Alle ultime elezioni comunali il centrodestra prese intorno al 40%, che quest’anno è diventato il 65%. Quindi il 25% si è spostato da una parte all’altra. Il voto di Rosetta sta nel 35% che è andato alle liste (per così dire) di centrosinistra. Ma non tutti quelli che, stavolta, hanno votato come lei hanno sempre votato a sinistra. Infatti, in quel 35% ci sono liste ed elettori di Fabio Travaglini, di Antonio Boschetti, di Osvaldo Menna ed anche della parte cattolica di San Salvo democratica che sono di centro e che, quindi, è verosimile immaginare che abbiano votato, in precedenza, allo schieramento avversario. Per cui al 35% che, stavolta, non ha votato al centrodestra va sottratto almeno un 20% che in passato ci ha votato (Travaglini è stato candidato con l’ Udc e Boschetti è stato esponente del Cdu, partiti al tempo alleati del centrodestra, quindi i rispettivi elettori che adesso hanno votato a sinistra in passato avevano già votato a destra). Alla luce di quanto sopra potremmo dire (certo non scientificamente, ma ragionevolmente) che le Rosette pesano il 15% dell’elettorato sansalvese; fuor di metafora potremmo dire che solo il 15% dell’elettorato di oggi ha sempre votato a sinistra. E lo stesso potrebbe dirsi per quell’elettorato che, invece, ha sempre votato a destra. I due elettorati immobili, di destra e di sinistra, sommati, potrebbero arrivare al 30%. Ciò vuol dire che a San Salvo c’è una mobilità elettorale pari al 70%, cioè che 7 elettori su 10 sono disponibili a votare indifferentemente da una parte all’altra, come è accaduto l’ 11 giugno scorso. Gli studi dei flussi elettorali dicono che la mobilità elettorale (in Italia) degli anni settanta ed ottanta era del 30%, cioè che 7 su 10 votavano senza oltrepassare i confini dell’appartenenza e “solo” 3 si spostavano da una parte all’altra. Dunque quelli coerenti, come Rosetta, in un ventennio si sono ridotti da 7 a 3. Perché i coerenti (di destra e di sinistra) sono sempre meno ? Vari possono essere i fattori dell’ attuale “incoerenza” elettorale: liquefazione della società ovvero delle appartenenze e dei valori; voto di protesta per la crisi economica; riduzione del potere clientelare e quindi ricerca del riferimento elettorale nell’esponente percepito come il più potente, in primis degli amministratori uscenti; scomparsa dei partiti, che erano come le chiese ovvero producevano la coesione sociale dei propri membri, tanto è vero che ai partiti si votava anche per tradizione famigliare. Peraltro quando il proprio partito sbagliava, al massimo, si lasciava la scheda in bianco o non si andava a votare. A San Salvo l’ultima volta, almeno il 15% degli elettori di sinistra ha votato la Magnacca con l’intento di censurare i grossolani errori politici del proprio schieramento, cosa che riconoscono ora gli stessi esponenti fortemente puniti da questo voto. Cosa cambia con la riduzione, così notevole, di persone coerenti come Rosetta ? A livello nazionale Berlusconi è arrivato al 40% (alle europee del ’94) presentandosi come “il presidente operaio” ed ora è sceso al 10%;  Renzi è arrivato al 40% (alle ultime europee) presentandosi come “il presidente che ci avrebbe fatto uscire dalla crisi” ed ora è sceso al 30%, dopo aver sonoramente perso il referendum costituzionale. Concludo, ricorrendo ad un’altra metafora. La forte mobilità elettorale è come una maestra severissima, pronta a punirti severamente con un cattivo voto per qualunque errore tu faccia. Oggi chi fa politica non può sbagliare, deve saper essere attrattivo ed avere contezza che anche il suo è un consenso mobile che come è arrivato può anche andarsene.

                                                                                                                                                                                            Ods