Editoriali

barcellona tensioni

Ci vogliono divisi ed aggressivi … tra di noi

In questi ultimi giorni sulle cronache dei giornali, dei telegiornali e del web l’ha fatta da padrona la violenza: della polizia spagnola, che ha "caricato” e ferito 900 elettori di un’elezione convocata da un Governo locale, ma ritenuta illegittima da un Governo

nazionale e di un cittadino di Las Vegas che ha sparato all’impazzata sulla folla di un concerto, uccidendo 59 partecipanti e ferendone 500. Si tratta di due violenze diverse: la prima è stata motivata con un ordine politico, la seconda è immotivata, commessa da un folle, che comunque non aveva dato segni preventivi di squilibrio. Due violenze diverse, ma entrambe frutto dell’aggressività umana, (l’uomo, in fondo, è un animale, anche se è un animale sociale) motivata o immotivata che sia. Far parte della più evoluta specie animale, nata sapiens (da homo sapiens) e che ha attraversato, perfezionandosi, da 130.000 a 200.00 anni solari, non ci affranca dall’essere aggressivi, foss’anche per la difesa della specie o per irrazionalità e follia. Tuttavia, poiché siamo diversi dagli altri animali, compresi i primati, abbiamo a disposizione un mezzo che ci consente di non ricorrere alla violenza: la cultura ossia quell’insieme di conoscenze che, trasmesseci a livello intergenerazionale, ci consente di risolvere i problemi legati alla convivenza umana senza ricorrere alla violenza, alle guerre, alla forza, trovando soluzioni mediate, condivise e cosiddette democratiche. Quando interviene lo Stato (anche a quello moderno è affidato l’uso legittimo della forza) vuol dire che non si sono trovate soluzioni pacifiche e questo è di per sé una sconfitta dell’evoluzione umana.  Quando un individuo si mette a sparare all’impazzata (a Las Vegas con centinaia di armi) vuol dire che lo Stato (a quello moderno è affidata anche la prevenzione e la cura del disagio esistenziale) non ha saputo vedere e capire che un suo concittadino stava tornando allo stato puramente animale. Dunque, sia nel caso spagnolo che nel caso americano ha fallito lo Stato. Lo Stato-nazione nell’ ottocento si è affermato per difendere i cittadini dalle prepotenze medioevale dei sovrani o degli Stati più grandi e più forti. Successivamente, oltre all’uso della forza per difesa, agli Stati è stato concesso di occuparsi dei bisogni dei cittadini, attraverso l’assistenza sociale, il welfare. Insomma, gli Stati moderni sono stati incaricati di difendere i cittadini, ma anche di farli vivere bene.

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Se una volta bisognava difendersi solo da Stati ed invasori, ora bisogna difendersi dai potentati finanziari ed economici. Si può fare se si è piccoli ? Si difende meglio uno Stato di quasi 50 milioni di abitanti (la Spagna) o uno di soli 7 milioni (l’eventuale Catalogna indipendente)? E’ chiaro che la Spagna, da un punto di vista difensivo, sarebbe meglio della Catalogna, anzi, per dirla tutta, l’Europa sarebbe meglio della stessa Spagna. Ma allora perché non pochi cittadini di realtà non grandi (come il Lombardo- veneto da noi) vogliono mettersi in proprio ? Diversamente dal passato, pericoli di guerre non sembrano più esserci, mentre ci sono ansie e disagi (che anche quando non finiscono nelle follie, come quelle di Las Vegas) rendono i cittadini insicuri e, dunque, paurosi di perdere ciò che hanno. Per questo, le Regioni più ricche decidono di staccarsi dalle altre. Ma separandosi quelle povere diventano più povere e quelle più ricche meno ricche, perché i veri aggressori delle società contemporanee (al pari degli Stati imperialisti dei secoli scorsi) sono le società fantasma-multinazionali della grande finanza. Nel secolo scorso queste secessioni non accadevano o accadevano meno, perché il popolo faceva massa critica attraverso la politica che era forte. Ora che la politica che si è indebolita arrivano richieste di secessione. Lo smantellamento del welfare porta l'abbassamento della qualità e dell’attesa di vita, ma (per le ragioni sopra dettagliate) anche all’aggressività ed alle spinte secessionistiche. La soluzione non è dunque meno Stato o meno Europa. Ma più Stato e più Europa, ovviamente che funzionino, nella salute, nell’assistenza e nella distribuzione equa di reddito e lavoro. Il problema vero è che non si vuole che lo Stato funzioni, non si vuole che l’Europa si consolidi, nè si vuole che la politica torni forte. E non lo vogliono i grandi gruppi finanziari e mondiali. Quando lo capiremo? Non si sa, ma nel frattempo torniamo aggressivi, facendo prevalere la parte animale che è in noi e non la parte sociale.

                                                                                                                                                                            Ods