Editoriali

mdp pd

….puo’ finire …come a San Salvo

SAN SALVO | Il centrosinistra italiano è diviso…come quello di San Salvo. Il centrosinistra italiano sa che, andando diviso alle elezioni politiche, perderà…come lo sapeva quello di San Salvo. Renzi, dopo le elezioni siciliane, su la 7 ha provato a dire

che potrebbe vincere anche da solo…come diceva qualche dirigente del Pd a San Salvo (ed hai voglia noi a dirgli che sarebbe stato NUMERICAMENTE impossibile vincere divisi). Il Pd nazionale nell’ultima direzione, delegando  Fassino a trattare con Mdp, ha fatto un passo in direzione dell’unità…come fece quello di San Salvo quando congelò la candidatura del proprio candidato sindaco. A San Salvo, l’ostacolo fu che, in effetti, il Pd non riuscì ad abbandonare l’idea iniziale delle primarie. A livello nazionale, l’ostacolo è che gli accordi di desistenza non sono possibili. Infatti, con la nuova legge elettorale se Mdp non si presenta in alcuni collegi maggioritari rischia di non entrare in Parlamento, poiché verrebbe penalizzato anche nella quota proporzionale. Bisognerebbe fare una vera e propria coalizione, con un programma comune. Cosa lo impedisce ? Anzitutto il logoramento dei rapporti umani tra vecchi compagni ed amici dopo la dolorosa scissione…come a San Salvo. A livello nazionale gli scissionisti (esponenti di primo piano e fondatori del Pd) hanno fondato Mdp. A San Salvo gli scissionisti (esponenti di primo piano e fondatori del Pd locale) avevano fondato Ssd.

Viste le similitudini tra la situazione politica nazionale e quella locale, vediamo ora cosa potrebbe succedere se il centrosinistra italiano andrà diviso… come è andato diviso quello nostrano. Anche gli elettori italiani si incavoleranno e voteranno agli altri. Per protesta o perché a molti piace andare col vero vincitore. A San Salvo il 24% dell’intero corpo elettorale che aveva  votato al centrosinistra cinque anni prima è andato con la Magnacca, vincitrice annunciata. A livello nazionale    ....….%  del corpo elettorale che cinque anni fa votarono al centrosinistra andrà con Berlusconi i Grillo, vincitori annunziati. Le situazioni sono simili resta sta vedere solo il quantum… Peppino Caldarola, ex esponente dell’area riformista del Pci, già direttore dell’ Unità e del Riformista, acuto osservatore della politica italiana, attualmente molto vicino ad Mdp, dice che non ci sono le condizioni per dare vita ad una coalizione tra Pd ed i bersaniani e che quindi bisogna puntare a rafforzare politicamente ed elettoralmente Mdp (per quanto possibile) che rappresenta la sinistra, allo scopo di tenere viva la tradizione della sinistra storica, che altrimenti scomparirà…come è successo a San Salvo, dove non ci sono in Consiglio comunale consiglieri  formatisi nel Pci o nel Psi o nei Gruppi extraparlamentari , tranne Gianni Mariotti, che però – come si ricorderà – è entrato in politica alle prime elezioni della seconda repubblica. Qualcuno si chiederà: ma cosa è questa idea di Caldarola ? Un rifugio identitario per una razza in via di estinzione ? Chi segue Peppino sa che si tratta di un riformista autentico, che è stato sempre riformista, anzi alla fine degli anni ’90 provò ad entrare nel Psi con Gavino Angius. Egli  non è certo un uomo della sinistra radicale, come della sinistra radicale non sono né Bersani e men che meno D’Alema. Perché, dunque, costoro fanno una battaglia che può sembrare di testimonianza ? Perché, purtroppo, avvertono il rischio che la ultra secolare storia della sinistra italiana (che non fu cancellata neanche dal fascismo)… possa finire…come a San Salvo.

                                                                                                                                                                            Ods