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L'inno alla bellezza di Marianna Della Penna

Scritto da Sansalvomare

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L'inno alla bellezza di Marianna Della Penna

È stata pubblicata dalla Eretica edizioni l' ultima raccolta di poesie "Versi sospesi" di Marianna Della Penna.

Con prefazione opportunamente curata da Francesca Torricella, la raccolta contiene sessanta poesie, di cui ben ventotto

dedicate ad elementi della Natura:
aria e nuvole, pioggia e vento, notte e giorno, luna e mare, fiori e grano, uomo e signora, padre e madre e lei, labbra e occhi (questi ultimi declamati in due poesie), bacio e cuore (in due poesie) e amore (pure in due poesie) e ancora luce e ombra e poi neve, piuma e follia.

Di contro solo due poesie vengono dedicate ad elementi della modernità artefatta: città e stazione.

Altre otto invece sono dedicate allo scorrere del tempo e non a caso una è titolata proprio l' incedere del tempo. Quindi: nascere, primavera, sempre, settembre, natale, anno e metamorfosi.

Declamano la memoria altre quattro belle poesie: noi siamo quel che abbiamo abbandonato, così era, non dimenticarmi, ho dimenticato.

Non c' è tristezza in questi versi, anche se sette poesie sono dedicata a stati d' animo che potrebbero farla trasparire: quiete, lontananza, inganno, distacco, cede, perdita e brivido.

E ancora sette sono ispirate da altrettante
situazioni di realtà anche personali.

Ora fermiamoci un attimo:

se quasi metà della raccolta è dedicata alla natura (e solo due poesie alla modernità),
se parti sostanziali sono ispirate dall'incidere del tempo e dalla memoria del proprio vissuto,
seppure si rileva solo qualche lieve punta nostalgica, ma vengono ecclettimaente declamati anche arcieri e linee, rovesci e spartiti, Michele e fermagli,
che poesia è quella di Marianna Della Penna?

Sicuramente una completa, ma con grande sensibilità per le cose belle del Creato e con una prosa fiera ed incantata per le emozioni positive, che vengono confermate dalle (ultime, in questa nostra ordinazione per argomento) quattro poesie "più propriamente poetiche": i poeti, fata, visioni e, ultimo, ma non ultimo, da inno alla bellezza.

Noi qui non ci siamo soffermati sui singoli versi, che pure ci hanno allietato l' animo, perché sono da leggere (e ne consigliamo la lettura a tutti), ma nel merito diciamo solo che, in sessanta poesie, la Della Penna usa il termine "malinconia" due sole volte.

Quindi, per tutto ciò che abbiamo sopra ricostruito, questa sua raccolta (titolata "Versi sospesi") avrebbe potuto chiamarsi anche "inno alla bellezza".

Ods

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