Il taccuino dello storico

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Aldo Moro e gli scavi della battaglia di Canne

Ho letto, qualche giorno fa, di una sorta di polemica emersa a Vasto circa la commemorazione di Aldo Moro per il 40° dal suo assassinio. A me piace ricordarlo quando, sessant’anni fa, nel 1958, inaugurava al pubblico i risultati degli scavi archeologici

dell’abitato di Canne, luogo celebre nell’antichità per la strepitosa vittoria di Annibale il Cartaginese sull’esercito romano guidato dai consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone.

Nella foto si vede il prof. Aldo Moro, allora docente di Diritto penale a Bari e ministro della pubblica istruzione, osservare con estremo interesse la ricostruzione storica dello schema tattico utilizzato dal grande condottiero punico per la vittoria ottenuta il 2 agosto 216 a. C.

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Il prof. Aldo Moro mentre osserva il plastico dell battaglia di Canne

Che dire! La visione tattica della politica morotea potrebbe aver trovato conferma proprio nella storia di questa battaglia la propensione per la scelta “temporeggiatrice” di Lucio Emilio Paolo rispetto alla linea frontale di Varrone. Che, per non aver capito la manovra accerchiatrice di Annibale, lasciava al condottiero cartaginese tutto lo spazio per la vittoria sulle legioni della Repubblica romana.

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Canne: il decumano oggi

 

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Canne: veduta della piana della battaglia

 

 

Mi pare di leggere in questa vicenda l’incredibile assenza di tattica in quella “linea della fermezza” che aveva trovato opposizione solo nell’accorta politica temporeggiatrice della “trattativa” sostenuta da Craxi. La stessa – va detto – che si trova nelle lettere di Moro spedite dalla cella della morte del carcere Br. Si provi a studiare, come aveva fatto il prof. Moro, lo schema tattico della battaglia di Canne. Forse si riuscirà a capire, grazie alla lezione dell’archeologia, la miseria culturale del nostro disgraziatissimo presente.

Luigi Murolo