Editoriali

Pilkington san salvo

Pilkington: se mi posso permettere…

SAN SALVO | Ieri nella sala delle adunanze comunali, convocati dal sindaco Magnacca, si sono riuniti: Alberto Bagnai e Beppe Bellachioma (senatori della Lega), Carmela Grippa e Pietro Smargiassi (rispettivamente deputato e consigliere comunale delle 5 Stelle),

Luciano D’ Alfonso (senatore e presidente di Regione del Pd), Camillo D’ Alessandro (deputato del Pd), Nazario Pagano (senatore di Forza Italia), Gianfranco Rotondi (deputato di Forza Italia), Mauro Febbo (consigliere regionale di Forza Italia), Giovanni Lolli (vice presidente della Regione) e Silvio Paolucci (assessore al bilancio ed alla sanità della Regione), Mario Olivieri (consiglieri regionale del Gruppo misto), i sindaci del vastese, gli assessori, i consiglieri comunali di maggioranza e minoranza di San Salvo. Costoro erano tutti assisi nei banchi consiliari, con al centro, ovviamente, il sindaco Tiziana Magnacca e il presidente del Consiglio comunale Eugenio Spadano, che per l’occasione indossavano le fasce loro spettanti. In mezzo a cotante autorità c’erano il presidente della Pilkington Italia Spa, Graziano Marcovecchio, e un suo manager. Di fronte, ovvero dove siede il pubblico, il maggiore comandante dei carabinieri, la corrispondente del Centro, i segretari di Cgil, Cisl, Uli e Cobas competenti per la Pilkington e gli operai, o meglio alcuni decine di operai della stessa fabbrica. E poi ci stavamo noi giornalisti, il cameramen di Rai 3,  i fotoreporter Daccò e Cosenza  e l’operatore del Comune che riprende le sedute in streaming. Per la verità c’erano pure ex amministratori regionali del calibro di Peppino Tagliente e Tonino Prospero. Nelle stanze, lungo i corridoi e sotto il porticato, ovviamente, i collaboratori parlamentari, gli autisti ed i dirigenti politici locali, venuti a ricevere i loro referenti, tra cui Vitale Torino della Lega e Gianni Cordisco del Pd. Spero di non aver dimenticato nessuno. Altrimenti me ne scuso umilmente. Cosa ha fatto convergere nella nostra cittadina parlamentari nazionali e regionali, sindaci e segretari di partito, manager e sindacalisti ? L’avvenuta dichiarazione di 140 esuberi alla Pilkington, che è la seconda fabbrica abruzzese, grazie alla quale abbiamo avuto il benessere e lo manteniamo tuttora.

Per esuberi si intendono le maestranze in eccedenza, che costituiscono un costo aggiuntivo e quindi dovrebbero perdere il posto di lavoro. Il manager Marcovecchio, che è di questa zona e che nonostante la crisi, i posti di lavoro nella sua presidenza li ha accresciuti di ben 400 unità, sta facendo di tutto per scongiurare i licenziamenti di questi 140 dipendenti. Ed ha al proprio fianco i sindacati, che con lui hanno sottoscritto il primo contratto di solidarietà in Italia. Poiché gli esuberi sarebbero gli ultimi arrivati e quindi i più giovani, la soluzione potrebbe essere quella di ridurre il personale più anziano, prossimo alla quiescenza. Peraltro, l’aziende avrebbe diritto al riconoscimento dei lavori usuranti (per coloro che fanno i turni di notte, che lavorano vicino i forni e che stanno nelle catene di montaggio). Al riconoscimento di questi lavori usuranti (che dipende dalla politica, cioè dal Ministero del lavoro) ci ha già lavorato il presidente uscente  della Regione, senza avere, però, ottenuto il risultato sperato. Siccome D’ Alfonso fra qualche giorno non sarà più il presidente della Regione, ma un peones tra i senatori d’opposizione, è auspicabile che alla pratica ci comincino a lavorare coloro che lo sostituiranno come leader politici dell’ Abruzzo al Governo, ovvero Bagnai e Castaldi. Dev’essere stato questo il vero motivo per cui i politici regionali con incarichi nazionali sono stati invitati ed erano presenti alla riunione di ieri.

Da segnalare il concreto  apporto alla discussione dell’assessore regionale al lavoro, Giovanni Lolli, il quale ha testualmente detto “Sto lavorando ad un bando che non incasini chi mi succederà, ma è un bando al quale si potrà accedere se l’azienda investirà”. E c’è da dire che, da quando la Pilkington è presieduta da Marcovecchio, gli investimenti sono stati svariati e consistenti. 

Concretezza per concretezza, si è parlato anche dei limiti dell’ Arap e di chi non ripara il tubo, che potrebbe far mancare l’acqua a tutto il nostro nucleo industriale. Sembrava l’intervento di Bagnai (rintuzzato da D’ Alessandro) un intervento non concreto, perché il noto Prof. di macroeconomia l’ ha buttata in politica…europea, anzi antieuropea. In realtà il suo è stato un intervento concretissimo, perché ha dimostrato il nuovo approccio con cui si relazioneranno ai problemi coloro che siederanno in maggioranza far qualche giorno. Se Lega e M5S non si adegueranno subito alle tradizionali pratiche di governo (per capirci, quelle che abbiamo conosciuto e praticato nella prima e nella seconda repubblica), bisognerà capire che la trasversalità in tematiche come gli esuberi (invocata giustamente dal sindaco qualche giorno addietro) si fermerà di fronte ad un modo diverso di ragionare dei nuovi governanti. Prima se ne prende contezza e meglio è per tutti. Ma non è tutto !

Zerra della Cisl ha detto: “Cambia la componentistica auto, che passa da 1030 pezzi a 70. Questo vuol dire che cambiano i processi produttivi e non solo alla Pilkington. Quindi dobbiamo parlare anche di strategia”. La strategia che sta cambiando non è solo quella industriale. E’ anche quella sociale e per capirlo non occorre essere bravi analisti socioeconomici. Basta aver visto, anche in streaming, il meeting di ieri sera.

Se mi posso permettere…forse è il caso di promuovere una riflessione collettiva, in cui alle riflessioni sull’antropologia industriale (che ci unisce tutti) si associno anche riflessioni sull’ economia globalizzata (che invece ci divide). Solo dopo aver capito cosa sta cambiando a livello macro, possiamo mettere in atto micro politiche.

                                                                                                                                                             Ods

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