Editoriali

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Ciao Cesarina

Via Brunelleschi, anzi il quartiere Ripalta ancora in lutto. Stavolta piangiamo Cesarina Benedetto, che ci lascia un paio di anni dopo il fratello Egidio, vittima di un incidente sul lavoro su una piattaforma in mare.

Cesarina era ricoverata all' ospedale di Chieti, in terapia per una brutta malattia, che l' aveva notevolmente debilitata.

Il suo nome resta legato alla più ampia famiglia sindacale della Uil, i cui funzionari sono addolorati ed increduli.

Cesarina aveva iniziato a seguire le pratiche del patronato Uil agli inizi degli anni '70 in un piccolo garage di Via Tobruk a Vasto, dove - ricorda Claudio Musacchio - "non entrevamo in tre". E se oggi "il sindacato dei cittadini" ne può ricevere decine e centinaia di persone in uffici ampi tanto a Vasto quanto a San Salvo, questo lo si deve anche, e forse sopratutto, all' opera quotidiana, incessante e silenziosa di Cesarina.

Lei è nella memoria collettiva ed individuale di tanti lavoratori, i quali non sapevano districarsi tra 730, 740, isi, Imu, tari, tasi, cud, Isee, eccetera, che gli complicavano la vita.

Un operaio solo perché era riuscito a costruirsi la casa o aveva ereditata la masseria del padre era costretto a fare un altro tipo di denuncia dei redditi: non gli bastava il cud dell' azienda. E allora di chi andava?

Da Cesarina, che non disbrigava solo le pratiche come fanno in tanti, ma spiegava perché bisognava inserire o non inserire questa o quella detrazione.

E quel suo modo calmo, dolce e professionale che l' ha fatta diventare punto di riferimento per tanti lavoratori e pensionati, che ora la piangono in silenzio.
Ciao Cesarina

Ods
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