Editoriali

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QUESTA CITTÀ DEVE MOLTO A MARCO E ALLA SUA COOPERATIVA

Fino alla metà degli anni novanta San Salvo non si interrogava sul suo passato. Erano stati scritti solo due libri di storia ed entrambi collocavano la sua fondazione al periodo medievale grazie al monaco Salvo, benché Don Cirillo, nostro primo storico, avesse ipotizzato le origini risalenti addirittura a Buca, città scomparsa sulla Costa: una tesi suggestiva, poi ripresa (e documentata, ma non confermata) da Peppino Romondio.

Una prima piccola svolta ci fu quando, negli anni ottanta, l' Ediltrignina fece i lavori di risistemazione delle acque bianche e nere, perché venne fuori un primo acquedotto "antico" che attraversava il nostro abitato centrale collegato con la fontana vecchia e si cominciò ad ipotizzare un origine più antica o comunque una presenza insediativa del nostro abitato antecedente al Medioevo. La cosa fu confermata quando l' Amministrazione Mariotti decise di "rifare" la Porta de la terra. Sbancando, l' Impresa Marollo trovò dei resti romani. E fu così che arrivarono gli archeologi, cioè quegli esperti del passato, che, studiando tracce, resti, salme e residui sepolti, ci dicono cosa è successo in un posto centinaia e migliaia di anni prima.

A San Salvo arrivò la Sovrintendenza della Faustoferri e la Parsifal di Davide Aquilano, Katia Di Penta e Marco Rapino, che è morto oggi, facendo calare tutti noi nella tristezza e nello sconforto.

Ha scritto la collega Rosaria Spagnuolo: "Marco è stata una persona piena di entusiasmo, di generosità, di grande amore verso l'archeologia, che ha fatto innamorare tanti bambini e ragazzi della storia locale".
In effetti è così.

Marco era un professionista appassionato, che trasferiva la sua passione in chi lo ascoltava. Grazie a lui, e ai suoi colleghi, non solo abbiamo saputo molte cose del nostro passato, ma abbiamo potuto toccare con mano quel che ci hanno lasciato gli antichi, a partire dall' acquedotto romano, che lui personalmente aveva per prima esplorato e che aveva fatto esplorare a molti di noi.

Lo ricordiamo assiso e calmo pulire con il suo pennellino i resti emersi nel mosaico. Lo ricordiamo condurre moltitudini di scolaresche tra una parte e l' altra del Quadrilatero. Lo ricordiamo col casco e con le funi.

E sempre lo ricorderemo, perché se siamo più certi, meno spaventati e anche più fieri del nostro passato lo dobbiamo soprattutto a lui, che ha acceso una luce sull' ignoto.

Sapere che nella nostra piazza centrale c' era una villa romana, sui resti della quale i frati fondatori (trasferitisi dal primo monastero crollato) ne insediarono un altro arricchisce la memoria collettiva di questa piccola città, che deve molto ad un grande ed onesto esperto di storia locale.
Ods

Commenti   

0 #2 Geremia Pierri 2020-11-14 19:14
Forse è troppo presto per parlarne, ma se il museo del Quadrilatero fosse dedicato a Marco Rapino?
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0 #1 Maria Antonietta 2020-11-14 15:52
Non posso che unirmi a ciò che hai scritto. San Salvo deve molto a Marco
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