Editoriali

magnacca vincente

MUTAZIONE GENETICA 1 – nasce il centrodestra

SAN SALVO  | Il centrodestra, quello vero, quello radicato, quello che per anni ha vinto le elezioni italiane, a San Salvo, per un paradosso della storia e per la bravura del suo leader, Tiziana Magnacca, è nato l’ 11 giugno del 2017.

Cioè ben ventitre anni dopo il ’94, anno in cui in città erano nati solo due-tre partitini a destra, ma non certo un’area elettorale maggioritaria. Nel ’94 erano stati fondati Forza Italia dal nucleo artigiano legato ad Angiolino Chiacchia e il Ccd dal nucleo artigiano legato a Gino Raspa. I quali rappresenteranno per anni l’unico contropotere ad una sinistra omnipresente che aveva in mano tutto: un parlamentare, due consiglieri regionali, il presidente del Consiglio provinciale, il presidente del Distretto industriale, le associazioni sindacali e datoriali radicate, una banca ed ovviamente il Comune, ben collegato col resto del territorio. Eppure l’assillo di quei piccoli artigiani (che un esponente della sinistra definirà “stuccatori ed imbianchini” e uno di destra “quattro amici al bar”) fu sempre unitario, aggregativo, aperto, tanto da fargli cedere le candidatura alla Provincia (nel ’95) a Luciano Cilli e più tardi a Manuele Marcovecchio e le  candidature a sindaco a Rinaldo Altieri (nel ’98) e ad Eugenio Spadano  (nel 2002), a cui l’anno prima erano state aperte le porte azzurre. Eppure, per quanto aperture facessero Chiacchia, Larcinese e Raspa, nel giardino dell’ Eden della politica sansalvese erano possibili scalate alla Regione (con Spadano ed Argirò) ed alla Provincia (con Argirò e Marcello), ma il Comune restava l’albero del frutto proibito, precluso e saldamente in mano al centrosinistra: alle elezioni comunali  An-Fi-Udc non riuscivano mai a superare il 45%. La svolta arriva nel 2009, allorquando la eccessiva competitività del centrosinistra, regala chance di visibilità ad una giovane neo eletta in Consiglio, Tiziana Magnacca, che aveva studiato e vissuto fuori, non era mai entrata in una sede di partito e che, però, con una ferma opposizione riuscirà ad ottenere nel 2012 la candidatura a sindaco, come elemento di mediazione tra Eugenio Spadano e Nicola Argirò, i due big in lotta tra di loro. La sinistra, da quelle elezioni, pur uscendo ancora fortemente maggioritaria (Mariotti- Di Stefano- Travaglini totalizzano il 57%), viene battuta col 40% del centrodestra, che, al secondo turno, piazza finalmente un proprio sindaco: Tiziana Magnacca. Il resto è la storia di questa legislatura, che non è bastata ai tre tronconi divisi di sinistra per rimettersi assieme e che ha consentito al centrodestra di diventare tale per la prima volta: non più un aggregato minoritario legato all’ artigianato edile (peraltro entrato in crisi). Ma un’area elettorale ampia, di centro e di destra, con gli ex democristiani ed i socialisti, che convintamente dal ’94 abbandonano il centrosinistra. E con persone che avevano a lungo votato a destra, ma in silenzio, e che ora trovano il coraggio di uscire, magari su facebook, mostrando un orgoglio identitario a lungo represso, sopito ed espresso solo nel segreto dell’urna elettorale. Passare dal 45% (media del centrodestra nella seconda repubblica) al plebiscitario 65% (di oggi) significa che la maggioranza silenziosa è diventata urlante ed orgogliosa, ha fagocitato tutta l’area moderata ed, anzi, ne ha ampiamente varcato i confini, andando a pescare finanche anche a sinistra, approfittando dell’incazzatura di tanti “compagni” delusi per la mancata riunificazione e disposti a votare un sindaco di destra, mostratasi aideologica, che nomina assessore un ex consigliere Pds, accoglie i socialisti in lista, accetta concerti di gruppi rock ed elogia la Confesercenti. Tiziana Magnacca ora è il leader politico incontrastato nella città, con una maggioranza che mai nessuno aveva avuto. Né nella seconda repubblica (Mariotti e Marchese al massimo erano arrivati al 57%) e né nella prima (Lillino Artese non era mai andato oltre il 55%). Tuttavia va detto che rispetto al passato la mobilità elettorale è notevolmente aumentata: un nuovo voto lo agganci e lo perdi con la stessa facilità. Ma poiché in questi ultimi cinque anni il sindaco ha saputo capitalizzare il vantaggio offertole dagli avversari, è probabile che farà fruttare questo straordinario risultato per le prossime candidature al Parlamento ed alla Regione, dove pure è probabile un cambio di maggioranza.

                                                                                                                                                                            Ods

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