Editoriali

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Donato il busto di Peppino Spataro alla omonima scuola primaria di Vasto

VASTO | Si è svolta nella mattina di sabato 27 gennaio la cerimonia di donazione del busto di Peppino Spataro alla omonima scuola primaria vastese. Protagonisti della donazione sono stati Tonino Prospero e Tonino Menna, storici esponenti della Dc nel vastese,

il partito di cui Spataro fu uno dei fondatori a livello nazionale, insieme ad Alcide De Gasperi. Il busto dell’illustre statista è stato scoperto dai due donatori insieme a Sandra Di Gregorio, dirigente responsabile del plesso, mentre gli alunni intonavano l’inno nazionale e dopo una piccola, ma significativa lezione sulla biografia del personaggio. A raccontare la vita privata e pubblica di Spataro sono stati Antonio Marcovecchio, che lo ha conosciuto personalmente, e Licio Di Biase, storico ufficiale della Dc abruzzese. La lezione si è svolta col sistema della doppia intervista. I ragazzi, ben preparati dalla insegnante Rosaria Spagnuolo, hanno rivolto al duo Marcovecchio – Di Biase molte domande, le cui esaurienti risposte hanno fatto loro comprendere che: insieme a Gronchi (futuro presidente della Repubblica italiana), Peppino Spataro era stato in importante esponente del Partito popolare fondato dal sacerdote Luigi Sturzo prima del fascismo. Durante il ventennio totalitario il politico vastese aveva tenuto i rapporti con gli esponenti locali del disciolto Ppi e, con il progressivo superamento della dittatura di Mussolini, aveva messo a disposizione la sua casa romana per gli incontro di ricostituzione del partito dei cattolici democratici, che nel secondo dopoguerra si sarebbe chiamato Democrazia cristiana. Della Dc Spataro fu vice segretario nazionale, senatore, ministro, vice presidente del Senato ed infine presidente della Rai-tv. La lezione di sabato scorso è stata ben curata e moderata da Francesco Prospero, direttore della scuola di formazione politica vastese: Fo.pa, organizzatrice di tutto l’evento.

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Ogni società dura di più dei suoi membri. Per questo e per il fatto che l’uomo non riuscirebbe a vivere se fosse lasciato solo dopo pochi mesi dalla nascita, noi uomini, diversamente da tutti gli altri animali, attiviamo un processo chiamato socializzazione. Con il quale alle nuove generazioni vengono trasferiti saperi, competenze, nozioni, informazioni ed esperienze culturali già patrimonio delle generazioni precedenti. Grazie a questo processo fondamentale, l’uomo non deve ricominciare daccapo, ma continua il lavoro di chi lo ha preceduto e lo lascia in eredità a chi arriverà dopo. La socializzazione primaria viene fatta dalla famiglia nei primi anni di vita del bambino. La socializzazione secondaria, invece, viene fatta anzitutto dalla scuola (nella società moderna e contemporanea). La socializzazione primaria e secondaria servono alla nostra formazione, che è completa se ci vengono trasmesse le informazioni su come si viveva prima di noi.

I nostri ragazzi (che frequentano le scuole primarie e secondarie) non sanno che i loro nonni ed i loro bisnonni non godevano del loro stesso benessere, sia perché il progresso della scienza non aveva ancora prodotto internet, televisioni e sanità avanzata per il benessere diffuso e sia perché i loro bisnonni erano nati qualche anno prima dell’ ultima guerra mondiale ed i loro nonni qualche anno dopo quella ricordata guerra. I nostri ragazzi non sanno che i loro bisnonni, nati durante una dittatura, dopo la guerra hanno aderito a dei grandi partiti di massa per “concorrere con metodo democratico a determinare la politica del Paese” (art. 49 della Costituzione). I nostri ragazzi non sanno che un coetaneo dei loro bisnonni, Giuseppe Spataro, cui è intitolata una scuola primaria di Vasto, ha fondato uno dei grandi partiti nazionali, la Democrazia cristiana 1942 – 1994, grazie alla quale i loro nonni sono stati meno poveri ed  i loro genitori la povertà l’hanno solo intravista. Beninteso il benessere in Italia non si è avuto solo grazie alla Dc, ma anche agli altri partiti con cui la stessa era in Parlamento: il Pci, il Psi, il Psdi, il Pri, il Pli, il Pr ed il Msi, che ora fanno parte della storia del nostro Paese. Onestamente va detto che la Dc e gli altri sette partiti di quel cinquantennio non ci hanno dato solo il benessere, ma hanno fatto anche degli errori gravi.

Per il processo di socializzazione sopra ricordato, è un bene che i ragazzi delle scuole conoscano quella storia fatta, come tutte le storie, di luci ed ombre… più luci che ombre a giudizio di chi scrive. Per questo hanno fatto bene Sandra Di Gregorio e Rosaria Spagnuolo a coinvolgere lo storico Licio Di Biasce ed il testimone chiave del vastese Antonio Marcovecchio per farli parlare di Peppino Spataro, che ora i ragazzi (la cui scuola a lui intitolata) potranno anche vedere e riconoscere nel busto che Tonino e Francesco Prospero e Tonino Menna, custodi della memoria democristiana locale, hanno generosamente donato alla scuola Spataro di Vasto.

                                                                                                                             Orazio Di Stefano

 

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