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Contropensierino. La neve, Esopo e l'atleta vittorioso

VASTO | Un “pensierino” pubblicato l’altro giorno su un locale giornale online mi ha dato l’occasione per riflettere. La vicenda nasce da un comunicato stampa sottoscritto da cinque consiglieri

dell’opposizione. L’autore del suddetto “pensierino”, odiosamente rimasto anonimo, prendendo a pretesto il comunicato, ha offeso e denigrato i poveri consiglieri comunali dell’opposizione che lo avevano sottoscritto.

Ciò ha fatto, per giunta, guardandosi bene dall’entrare nel merito della vicenda e dal fornire un giudizio critico; l’anonimo, infatti, si è limitato a insultare i consiglieri dell’opposizione – che avevano pur sempre espresso una loro legittima opinione – utilizzando (impropriamente) la pagina di un giornale.

E così, un giovane appassionato di politica, per il sol fatto di aver espresso la sua opinione sull’operato dell’amministrazione, è diventato un “fascistello”, onesti consiglieri comunali, per lo stesso motivo, si sono trasformati in degni avventori di un reparto di psichiatria.

Il fatto possiede una tale carica di violenza verbale e ideologica da avermi fatto ricordare una favola di Esopo, quella del saggio che rimprovera al vincitore di una gara sportiva la sua boria e, a cagione di essa, la sua totale mancanza di meriti.

Il vincitore, nel nostro caso, è chi, avendo vinto le passate elezioni amministrative, si sente “vincitore” a prescindere, si ritiene, cioè, autorizzato a denigrare, e a farlo anche pubblicamente, coloro che la pensano diversamente o che semplicemente si trovano all’opposizione politica (nella sua logica quindi “perdenti”).

Questo preoccupante atteggiamento sottintende un pensiero che sin troppo spesso trapela dai comportamenti dei “vincitori” in tal senso intesi: “Hai perso le elezioni? Ora devi stare zitto”.

E se non stai zitto, aggiungo io, ti trovi offeso e denigrato per il sol fatto di aver pensato e parlato. E sì, perché in questa visione distorta dell’agone politico, i “perdenti” non godono più dei loro diritti democratici, non hanno più la libertà di pensiero e di critica, non godono più del rispetto dei loro diritti di minoranza politica, pure sanciti nella Costituzione. Ed allora mi consolo ricordando Esopo, mi consolo pensando che quel “vincitore” non si avvede che il suo modo di pensare è la morte della politica stessa e che, per dirla con il saggio, la sua vittoria, come quella dell’atleta borioso, non sarà servita a nulla.

Alessandra Cappa

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