Editoriali

amato maria

Maria Amato e il discorso di sinistra

 Vasto | Dopo le elezioni amministrative di cinque anni fa, analizzando quel voto mi chiedevo dove fosse finita la Vasto che avevo conosciuto dai tempi delle superiori: due terzi dell’elettorato alla Dc, una sola impresa che costruiva, un Pci quasi

 inesistente costretto a candidare come capolista un funzionario di partito non vastese, ladestra più forte della provincia che riusciva ad eleggere un consigliere provinciale ed uno regionale, una procura temuta e rispettata più del dovuto...

Lapenna e Marcello

 Mi venne in soccorso un caro e lucidissimo amico di centrodestra, vastese di adozione, il quale mi spiegò che quella sconfitta non andava letta solo con le divisioni tra Tagliente & Prospero (che avevano candidato Della Porta) e Desiati. Era avvenuto, secondo il mio amico, una trasformazione delle tradizioni elettorali, a causa degli innesti di nuovi ceti sociali che avrebbero abbassato l’incidenza del ceto medio, spostandolo più a sinistra, cosa che sarebbe stata confermata dalla stessa elezione e rielezione a sindaco di un ex comunista, oltretutto non vastese. Confesso che quella analisi, per quanto possibile, non mi ha mai convinto del tutto, ma ho capito di poterla forse definitivamente verificare con i vari voti che saranno a breve espressi dai vastesi.
Se Vasto è davvero cambiata ovvero se il suo tessuto connettivo si è spostato sinistra sarà possibile verificarlo già alle prossime primarie del centrosinistra e questo l’ho compreso nella conferenza stampa di presentazione di Maria Amato. La quale ha detto molte cose di sinistra, usando più volte il termine “fragilità”, mettendo al primo posto il “substrato” e le periferie affianco al centro, invocando di spendere ogni euro per il sociale, di tenere la povertà estrema sotto controllo, chiedendo persino agli stabilimenti balneari spazi per le disabilità. Ma ha soprattutto concluso con un secco: “Un paese è civile se non ci sono poveri”. Anzi, se non si fosse capito il taglio, ha chiesto al segretario del suo partito di organizzare gli incontri di entrambi i candidati con le associazioni, perché bisogna parlare di problemi e non approcciarli con gli elenchi. Prima ancora che con la cittadinanza, a cui tematiche simile è probabile che siano rilanciate anche dai candidati provenienti dalla destra sociale, laddove la riferita impostazione elettorale della Amato (di sostanziale condanna del vecchio clientelismo strutturato e di aggancio solidaristico dei ceti deboli) non fosse dovuto ad una strategia per “scavalcare a sinistra” il competitor Francesco Menna (che ha incassato l’endorsement di Sel) ed ove fosse recepito dall’elettorato di centrosinistra, saremmo di fronte ad una conferma dell’analisi del mio amico. Ovvero potremmo dire che l’elettorato popolare vastese si è finalmente affrancato da politiche clientelari (che avevano connotato tutto il periodo degli anni ottanta) ed è pronto a scommettere su una sinistra (riformista o cattolica) che offre rappresentanza partendo dai diritti piuttosto che dagli elenchi…

Orazio Di Stefano